boutiquizzato
p. pass. e agg. Costituito da più negozi indipendenti; modificato dalla presenza di numerosi negozi eleganti. ◆ È sempre più difficile sentirsi a proprio agio nei luoghi dove si vende e si compra. Perfino se rappresentano il perfetto opposto del grande magazzino «boutiquizzato», come i «discount». (Sicilia, 4 ottobre 2001, p. 34, Terza pagina) • Se la politica balbetta, i negozianti urlano. Padroni di fatto di un centro storico interamente boutiquizzato, più che le vetrine sfasciate sembrano temere il fuggifuggi dei clienti e il calo degli incassi, gridano alla lesa maestà dello shopping del sabato pomeriggio, minacciano: «In centro non devono passare, altrimenti molti negozi abbasseranno le saracinesche», scrivono al questore: «Autorizzare quel corteo è una follia». (Michele Smargiassi, Repubblica, 15 maggio 2002, Bologna, p. II) • Quello che sfugge a [Bruce] Bégout è che Las Vegas sta lì come prototipo innocente di questo dispositivo urbano che si ripete con terribile complicazione e costanza dal centro di Parigi ai centri storici del nordest italiano benettonizzati e boutiquizzati. La differenza tra Las Vegas e Treviso o Ravenna è che i prezzi di Las Vegas sono più accessibili e l’atmosfera è più scalcagnata, mentre per potere partecipare al gioco dello shopping in Italia bisogna avere davvero dei danè. (Franco La Cecla, Stampa, 1° dicembre 2002, p. 23, Società e Cultura).
Derivato dal s. f. inv. boutique, di origine fr., con l’aggiunta del suffisso -izzato.