bruto
agg. e s. m. [dal lat. brutus «pesante, inerte, stolido», di origine osca]. – 1. agg. Privo della ragione: al ventre serventi a guisa d’animali b. (Boccaccio); o che è proprio delle bestie, materiale: la forza bruta. Di qui, con varî usi estens.: a. Inesorabile, spietato: la b. realtà. b. Insensibile, inerte: materia b., inanimata, o anche rozza, non elaborata dall’arte. c. Lordo, grezzo: peso b.; cifre b. (in valutazioni, calcoli e sim.), non elaborate, non articolate. Per arte b., adattamento del fr. art brut, v. questa locuz. al suo luogo alfabetico. d. In botanica, linfa b., la linfa ascendente, la quale è costituita da una soluzione di sostanze prevalentemente minerali, assorbite dal terreno, contrapposta alla linfa elaborata, cioè alla linfa discendente che circola nei tubi cribrosi. e. In chimica, formula b., notazione con cui si precisano la natura e il numero degli atomi costituenti la molecola di un dato composto, senza indicazione della loro reciproca disposizione o unione (che è invece presa in considerazione quando se ne scrive la formula di struttura). 2. s. m. Animale irragionevole, bestia (opposto all’uomo): Fatti non foste a viver come bruti (Dante); uomini ridotti a fare una vita da bruti. Per estens., uomo che compie azioni indegne della natura umana, con particolare riferimento ad atti di violenza carnale compiuti con efferatezza bestiale; con sign. attenuato, per rimproverare durezza di carattere, insensibilità: sei un bruto!