cacerolazo
s. m. Manifestazione spontanea di protesta popolare durante la quale si percuotono casseruole e suppellettili di cucina. ◆ Intanto gli argentini si preparano a finire un anno che è stato tra i più difficili della storia recente [...] ricorrendo alla nuova forma di protesta (nuova per l’Argentina, ma non per l’America Latina) organizzata spontaneamente dalla classe media e che finora si è mostrata efficace perché ha fatto cadere un presidente e il gabinetto del suo successore, quella del «cacerolazo» che è già stato indetto per la mezzanotte precisa del 31 dicembre. Vorrà dire che il brindisi si farà con un bicchiere di spumante in una mano e una pentola e un coperchio da sbattere nell’altra. (F. A., Stampa, 31 dicembre 2001, p. 8, Estero) • [tit.] Tutte le donne dell’America Latina che studiano da Evita / Alcune inventarono i cacerolazos (proteste con le pentole), altre dirigono dicasteri o forze d’opposizione [testo] In America Latina, le casseruole puntano alla hit parade, le donne cercano il potere. “Cacerolazo” che sta per “rumore di casseruole”, “casseruolata”, è chiamata in spagnolo la tecnica di protesta che fu inventata in Cile contro la presidenza di Salvador Allende e poi fu rovesciata contro Augusto Pinochet, andato al potere proprio sull’onda dei cacerolazos. Il metodo della “casseruolata” si è diffuso in tutta l’America Latina. (Foglio, 5 febbraio 2002, p. 3) • I No dal Molin non entreranno nei padiglioni fieristici [della fiera di Roma], ma si faranno sentire con un «cacerolazo» all’esterno della struttura. Ai partecipanti alla convention [della Sinistra / l’Arcobaleno] consegneranno una lettera aperta. (Liberazione, 9 dicembre 2007, p. 2, Attualità).
Dallo spagn. cacerolazo, a sua volta derivato dallo spagn. cacerola (‘casseruola, pentola’) con l’aggiunta del suffisso -azo.