cagione
cagióne s. f. [lat. occasio -ōnis: v. occasione]. – 1. Causa di un determinato effetto, occasione, motivo: Non è sanza cagion l’andare al cupo (Dante); anche pretesto: cominciò a trovar sue c. (Boccaccio). Oggi si adopera (ma sempre più raramente) soprattutto parlando di cose che diano dolore o provochino danno: i greci eroi, Cagione ai Persi d’infinito affanno (Leopardi); essere c. di scandali, di sventure; non hai c. di lamentarti (più com. motivo). Locuzioni: a c. di, per c. di, per causa di, per colpa di; non com., a cagion d’esempio, per recare un esempio. 2. ant. Colpa: cogliere cagione a uno, coglierlo in fallo per poterlo accusare: il Soldano, avendo bisogno di moneta, fo consigliato che cogliesse c. a un ricco giudeo ch’era in sua terra (Novellino). ◆ Dim. cagioncèlla; spreg. cagionàccia (l’uno e l’altro poco comuni).