camillerismo
s. m. (iron.) Tendenza letteraria imposta dalle opere e dallo stile dello scrittore Andrea Camilleri. ◆ Il dialetto come lingua di una narrativa di ampio respiro popolare, che dà nuova linfa alla narrativa di genere... ma non c’è il rischio di «camillerismo»? Che l’uso del dialetto diventi «maniera», moda letteraria? «Sfortunatamente, nella mia attività di lettore per le edizioni francesi, vedo proliferare un certo numero di sottoCamilleri, specialmente dalle parti di Napoli... Ma non faccio nomi!» [Serge Quadruppani intervistato da Giacomo Cacciatore]. (Repubblica, 18 novembre 2000, Palermo, p. I) • Da segnalare, infine, i capitoli sulla letteratura (curato da Marcello Benfante) e sul cinema (Emiliano Morreale). Nel primo si esplorano «le due anime più autenticamente valide della narrativa meridionale», cioè «la realista» e «la fantastica». In questo quadro può far discutere la stroncatura delle opere di Camilleri («la marcia trionfale del camillerismo»). (Giuseppe Sarcina, Corriere della sera, 10 febbraio 2003, p. 27, Cultura) • Nella guerra fra le fiction del giovedì [...], l’altra sera ha vinto e stravinto «Il capo dei capi», zuccherosa mafia a puntate su Canale 5. Sicilianitudine incomprensibile soprattutto per i siciliani, camillerismo televisivo, leccasaponi e sindacalisti eroici. (Foglio, 27 ottobre 2007, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal nome proprio (Andrea) Camilleri con l’aggiunta del suffisso -ismo.