campana1
campana1 s. f. [lat. tardo campana, propr. agg. neutro pl., sottint. vasa, cioè «vasi (di bronzo) della Campania»]. – 1. a. Strumento di metallo, generalmente di bronzo, a forma di tazza rovesciata, che vibra e dà suono quando è percosso, in prossimità dell’orlo inferiore, da un batacchio (o battaglio) interno o da un martello esterno: suonare le c.; le c. rintoccano (e i rintocchi della c.); suonare le c. (o le c. suonano) a martello, a stormo, a doppio (quando due o più campane alternano ritmicamente i rintocchi); con partic. riferimento agli usi delle campane per il culto: le c. suonano a messa, a predica, a vespro, a gloria, a festa, a morto, ad angelo (per bambino morto, ma con suono di festa, come si usa in alcuni luoghi); legare le c., smettere di suonarle dalla messa del giovedì santo a quella della veglia pasquale; e con riferimento all’uso delle campane come avvertimento pubblico in caso di calamità o a fini esorcistici (tenere lontana la grandine, scacciare le streghe, i diavoli): suonare le c. a fuoco, a tempesta, a scongiuro, ecc. Locuz. particolari: sordo come una c., completamente sordo; fare a qualcuno la testa come una c., stordirlo, confonderlo con chiacchiere; sentire tutte e due le c. o l’una e l’altra c., sentire le ragioni di ambedue i contendenti per poter giudicare (analogam.: sentire una c. sola, bisogna sentire anche l’altra c., ecc.); ripetere una poesia a campana, recitarla a memoria, meccanicamente, senza sentimento; stare in c., stare all’erta in attesa di quanto può succedere. Come locuz. agg., a campana, a forma di campana, detto spec. di gonna che s’allarghi molto verso il fondo, e, in matematica, di una curva (per es., la curva di Gauss o gaussiana). b. Al plur., campane, strumento musicale (che sostituisce le campane nell’orchestra, dove sarebbe difficile usarle per ragioni pratiche), costituito da una serie di tubi metallici sonori sospesi a un cavalletto, che vengono percossi con un martello a mano o, nel caso che i tubi siano molti, da una serie di martelletti collegati a una tastiera. 2. Recipiente di vetro sottile a forma di campana, ma più spesso di mezza sfera o di mezzo uovo, che si usa per proteggere dalla polvere oggetti d’arte, usato anche nell’orologeria e nella meccanica fine per ricoprire parti delicate di ordigni smontati, nei laboratorî per coprire preparati o strumenti, per raccogliere gas, per creare ambienti fuori del contatto dell’aria, ecc. Fig., tenere sotto una c. di vetro, avere eccessiva cura di una persona: detto in partic. di bambini oggetto di troppe attenzioni da parte dei genitori; vivere sotto una c. di vetro, usare esagerati riguardi alla propria salute. 3. Parte finale, svasata, di alcuni strumenti a fiato, dalla quale esce l’aria vibrante: la c. del clarinetto, della tromba; è detta anche padiglione, spec. quand’è molto espansa. 4. a. Accessorio campaniforme, di metallo, materia plastica o vetro opaco, che si applica ai lumi, spec. quelli da tavolo, per riparare dalla luce diretta gli occhi di chi se ne serve, concentrando in pari tempo i raggi sul piano di lavoro. b. Contenitore per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani dalla forma simile a quella di una grande campana. 5. Nucleo interno del capitello corinzio, avvolto fin sotto l’abaco da foglie di acanto. 6. Con sign. varî nella tecnica: a. C. dell’argano: tamburo a profilo concavo usato spec. negli argani ad asse verticale. b. C. di gasometro: grossa camera cilindrica a forma di recipiente in lamiera di ferro o di acciaio, destinata a raccogliere un gas. c. C. da palombaro: apparecchio in forma di cassone, aperto sulla faccia inferiore, che viene calato in uno specchio d’acqua, fino al fondo: mantenendo nell’interno una pressione d’aria corrispondente al carico idrostatico dell’acqua, la campana resta vuota e gli operai, introducendosi in essa attraverso una camera di equilibrio, possono compiere lavori sul fondo, limitatamente al tempo in cui l’aria resta respirabile. La campana da palombaro è oggi sostituita dai cassoni ad aria compressa, detti anche c. pneumatiche. 7. a. Gioco infantile, detto anche mondo o settimana: consiste nel far avanzare una piastrella successivamente nei varî riquadri numerati che compongono uno schema tracciato sul pavimento o sul terreno (dalla cui struttura il gioco prende il nome), saltellando su un piede secondo determinate regole e spingendo la piastrella col piede, fino a completare il percorso ritornando alla base di partenza. b. C. e martello: gioco d’azzardo d’origine tedesca (detto anche cavallino) che si fa tra un numero qualunque di giocatori, con cinque cartelle raffiguranti rispettivamente un cavallo bianco, un albergo o dogana, una campana, un martello, una campana e un martello. 8. Acrobazia aerea di un velivolo consistente in una impennata fin quasi alla verticale seguita da una rotazione attorno all’asse trasversale e da una affondata. ◆ Dim. campanèlla (v.), campanèllo m. (v.), non com. campanina; vezz. e spreg. campanùccia; accr. campanóna, campanóne m. (v.); pegg. campanàccia.