cancelliere
cancellière s. m. (f. -a) [lat. tardo cancellarius, in origine il custode dei cancelli del tribunale, poi titolo d’impiegati, di funzionarî, di dignitarî]. – Titolo che indica funzioni assai varie nella pubblica amministrazione: da quelle di semplice impiegato in una branca di essa (spec. nel settore giudiziario) fino a quelle dei massimi organi esecutivi (per es., in Germania, il primo ministro e, per antonomasia, il c. di ferro, Bismarck); nella curia romana, c. apostolico, il cardinale che presiedeva (fino al momento della sua soppressione nel 1973) alla Cancelleria pontificia o apostolica; nell’ordinamento costituzionale inglese, c. dello scacchiere (ingl. Chancellor of the Exchequer), il capo dell’amministrazione finanziaria. Cancelliere è inoltre titolo corrispondente a cariche varie in istituti di studî superiori, in accademie, ecc. (i cancellieri dell’ex Accademia d’Italia, dell’Accademia dei Lincei, della Pontificia Accademia delle scienze, ecc.); nelle ambasciate, legazioni e consolati più importanti, è l’impiegato addetto all’amministrazione della rappresentanza; nell’amministrazione giudiziaria, è il funzionario cui spetta la registrazione degli atti pubblici. Anche come termine storico, il titolo di cancelliere indicò, nel medioevo e più tardi, funzioni assai varie: dalla redazione, autenticazione e conservazione degli atti emanati dal sovrano a poteri giurisdizionali, relazioni con stati esteri, fino alla presidenza delle assemblee legislative e alla suprema direzione del complesso amministrativo statale. Per gran c., v. grancancelliere.