candela
candéla s. f. [lat. candēla, der. di candēre «esser bianco, splendere»]. – 1. Cilindro di cera, stearina, sego, paraffina, o miscela di tali sostanze, contenente all’interno un lucignolo di fibra vegetale che, acceso, dà fiamma e quindi luce: c. steariche, il cui costituente principale è la stearina (fino al 70%), oltre alla paraffina; accendere, spegnere la c.; leggere a lume di candela. Locuz. particolari e fig.: accendere una c. alla Madonna, a sant’Antonio, ecc., in ringraziamento per grazia ricevuta, per essere scampati a qualche pericolo (quindi: puoi accendere una c. alla Madonna, ecc., a chi l’ha scampata bella o ha avuto qualche fortuna insperata); prov., né donna né tela a lume di c. (bisogna, cioè, vederci bene, stare bene attenti quando si scelgono); il gioco non vale la c., modo prov. (traduz. del fr. le jeu ne vaut pas la chandelle), a proposito di azioni, imprese, interventi in cui la fatica o il rischio sono sproporzionati rispetto al risultato; diventare, farsi, essere come una c., secco allampanato; più com. struggersi come una c., consumarsi per malattia, per una passione, per grave dolore; reggere o tenere la c., reggere il moccolo, di chi favorisce con la propria presenza qualche tresca amorosa o è in qualche modo costretto ad assistervi; fam., scherz., avere le c. al naso, di bambini cui gocciola il muco dalle narici. Tassa (o diritto) della c. (o assol. candela), tassa richiesta nel medioevo a titolo formale di rimborso al giudice della spesa per candele da lui consumate durante lo studio della causa, ma che in realtà era una forma di pagamento delle spese giudiziarie da parte dell’interessato; asta o incanto a c. vergine, sistema di asta pubblica nel quale l’aggiudicazione viene fatta al concorrente la cui offerta non sia stata superata da altra durante il tempo occorrente all’ardere successivo di tre candele (circa un minuto per ciascuna). 2. C. filtrante: tubo di porcellana porosa o di farina fossile fortemente compressa, chiuso a una estremità, adoperato (soprattutto nell’uso domestico) per la filtrazione dell’acqua, di cui trattiene la massima parte dei germi patogeni. Analoghe candele sono usate in batteriologia per la filtrazione delle brodocolture. 3. C. romana: fuoco d’artificio consistente in un cartoccio cilindrico caricato con una composizione a base di magnesio, che dà luce brillante di varî colori. 4. C. di accensione: nei motori a scoppio a combustione interna, organo costituito essenzialmente di un isolatore tronco-conico di porcellana o steatite, con due elettrodi tra i quali scocca la scintilla per l’accensione della miscela carburante: avere le c. sporche; pulire, cambiare le candele. 5. In elettrotecnica, cilindro di materiale refrattario su cui sono avvolti resistori o riscaldatori, detti appunto a candela. 6. In arboricoltura, ramo verticale di un albero foggiato a candelabro. 7. Pesce c.: pesce salmonide dell’Alasca (Uraloichthys pacificus), le cui carni secche, ricche di grasso, possono ardere come una candela. 8. In edilizia, elemento dei ponteggi provvisorî composto da due, quattro o più abetelle unite tra loro da ganasce inchiodate o da fasciature di moietta, a formare un solo elemento verticale della struttura. 9. Piccolo camino di materiale refrattario che, in alcuni tipi di forni a camere, è disposto lungo le pareti del forno per smaltire direttamente all’esterno una parte dei gas e rendere così più uniforme la temperatura. 10. In fotometria, unità di misura dell’intensità luminosa (simbolo: cd), pari all’intensità luminosa, in una data direzione, di una sorgente che emette una radiazione monocromatica di frequenza 5,40 × 1014 Hz con un’intensità radiante, in quella direzione, di 1/683 watt a steradiante; introdotta nel 1979, è una delle sette unità fondamentali del Sistema Internazionale (SI) e ha sostituito la precedente unità del 1933, basata sull’emissione luminosa, in direzione perpendicolare alla superficie, di 1 cm2 di corpo nero alla temperatura di fusione del platino (1769 °C); è detta anche c. nuova o definitiva per distinguerla da altre unità del passato, in genere di natura empirica (c. Carcel, c. decimale, c. Violle, ecc.). 11. a. In aeronautica, figura acrobatica consistente in una leggera picchiata iniziale e in una rapida salita in virata continua di 180°, al termine della quale si porta il velivolo in volo orizzontale, quasi al limite dello stallo, in direzione opposta a quella iniziale. b. Nel calcio e sim., tiro a c., tiro del pallone alto e perpendicolare. c. Nel nuoto, tuffo a c., altro nome del tuffo a pennello (v. pennello1, n. 1 b). d. Nella ginnastica, sospensione rovesciata tesa agli anelli. ◆ Dim. candelétta (v.), candelina, spec. quelle, bianche o colorate, che si mettono sulla torta per festeggiare un compleanno: spegnere le candeline; il festeggiato soffiava sulle candeline, ma quelle si riaccendevano, ogni volta (Valerio Magrelli); dim. o spreg. candelùccia; accr. candelóna, e candelóne m., candelòtto m. (v.); pegg. candelàccia. Tutti quasi esclusivam. nel sign. 1.