canone
cànone s. m. [dal lat. canon -ŏnis, gr. κανών -όνος (der. di κάννα «canna»), termine che indicò originariamente la canna, e quindi il regolo usato da varî artigiani, da cui poi, sin dall’età omerica, i sign. traslati]. – 1. Regola, norma, dedotta non di rado da esempî: c. grammaticali, c. letterarî; c. innodico, nella poesia liturgica, schema o modulo metrico cui deve attenersi il compositore della melodia; c. artistico, sistema di regole riguardanti le proporzioni architettoniche e scultorie rapportate a un elemento preso come unità di misura; c. antropologico, complesso di proporzioni somatiche tramite le quali l’antropologia fisica ha distinto le principali razze umane; c. della morale, c. della buona educazione, ecc. Nella filosofia epicurea e, nell’età moderna, spec. in quella di Kant e di J. Stuart Mill, criterio o regola di scelta che deve servire per la conquista o la dimostrazione della verità. 2. Per estens.: a. Elenco di opere o di autori proposti come norma, come modello (per es., il c. alessandrino, catalogo di scrittori greci compilato dai grammatici alessandrini), e quindi elenco in genere (per es., il c. muratoriano, elenco di libri biblici scoperto da L. A. Muratori in un codice bobbiese dell’Ambrosiana e da lui pubblicato nel 1740). b. Il complesso degli scritti sacri ispirati dalla divinità o comunque assunti come testi fondamentali di una religione, e la dottrina in essi contenuta: il c. della Bibbia, il c. del buddismo. Con accezione partic., canoni d’Eusebio o tavole canoniche, le tabelle, ideate da Eusebio di Cesarea, che raccolgono i passi concordati dei Vangeli. c. Elenco ufficiale dei santi canonizzati dalla Chiesa. d. ant. Albo contenente i nomi dei chierici addetti a una chiesa, spec. quando viventi in comunità e sottoposti a una disciplina fissa o a una determinata regola (nel medioevo canon significò anche la regola monastica). 3. a. In diritto, furono detti canoni le norme di carattere giuridico che la Chiesa fissava per sé stessa, quindi soprattutto quelle emanate dai concilî, in contrapp. ai νόμοι o leggi dell’autorità civile; dal sec. 15° il termine fu riservato alle definizioni dogmatiche (distinte dalle disposizioni disciplinari, o decreti), e in seguito indicò le norme giuridiche ecclesiastiche universali (in contrapp. a quelle di concilî particolari), significato che conserva nel Codex iuris canonici, dove i canoni (abbrev. can.) sono i singoli articoli. b. Nel Decreto di Graziano, si chiamano canoni (abbrev. c.) i singoli frammenti dell’opera, estratti dai testi della Bibbia o della tradizione, più di rado da fonti laiche. 4. Nel codice teodosiano, canon significa l’ordinamento dei tributi in natura delle province (canon frumentarius). Da qui, prestazione in denaro o in derrate, che viene corrisposta a intervalli determinati di tempo quale corrispettivo del godimento di un bene, per lo più immobile, in base a un contratto: c. di affitto; c. di locazione; c. annuo, mensile; pagare, riscuotere un canone; c. enfiteutico (v. enfiteutico); equo c., nei contratti di affitto di fondi rustici sottoposti a blocco, canone adeguato alla produttività del fondo; la locuz. è stata poi estesa anche alla locazione di immobili urbani, dando peraltro al concetto di «equità» un’interpretazione bilaterale, da un lato come adeguata remunerazione del capitale investito nell’immobile, e dall’altro come onere sopportabile dall’inquilino in relazione alla sua posizione economico-sociale. Il termine è usato anche per indicare la nota periodica di alcuni particolari tributi: c. d’abbonamento, alla radiotelevisione, all’imposta sull’entrata (ora abolita), ecc. 5. In liturgia, la parte essenziale e fissa della celebrazione eucaristica (c. della messa), compresa tra il Prefazio e il Pater noster; nella nuova liturgia, è detta prece (o preghiera) eucaristica. 6. In musica, componimento contrappuntistico (sviluppatosi soprattutto nella polifonia fiamminga del sec. 15°), ove il discorso d’una voce viene imitato, a determinati intervalli di tempo e di altezza, dall’altra o dalle altre voci di concerto: c. alla 5a, all’8a, all’unisono, per moto contrario, retrogrado, ecc.