cantantista
s. m. e f. Cantante di maniera. ◆ Guido Lembo si definisce «cantantista chitarrante» ed è figlio di pescatori capresi. È rupspante e genuino, un vero trascinatore con vena molto goliardica. Lo spalleggia un gruppo di otto elementi, tutti uomini («Non amo le donne nei gruppi, portano scompiglio»): un cubano, un sudafricano, il resto locali. (Laura Laurenzi, Repubblica, 6 luglio 2002, p. 26, Cronaca) • «Beh, non posso che essere grato, mi tira fuori dallo stereotipo del cantantista leggero. Ciò che è musica, invece, mi ha sempre interessato, tutto, dal jazz alla sinfonica all’elettronica (l’ultimo disco, ambient, è del ’96 per la Ricordi, «Una storia infinita», ndr). Già nel ’42, mentre ancora ero al Conservatorio, scrivevo canzoni per i primi Cetra e per Lucia [Mannucci], ma c’era swing e altro, non solo melodia orecchiabile» [Virgilio Savona intervistato da Marinella Venegoni]. (Stampa, 24 ottobre 2004, p. 27, Spettacoli) • a provocazioni di questo tipo il Vaticano dovrebbe rispondere con l’indifferenza dei sovrani, la sovrana indifferenza. Il tono asperrimo dell’Osservatore romano nella replica a un cantantista, comprensibile nella logica di amore che circonda la figura del pontefice e i suoi carismi, non è invece compatibile con la funzione libera e l’impatto pubblico della predicazione civile della chiesa, che non è agente politico ma ormai rivendica giustamente un luogo pubblico per le sue idee: e in luogo pubblico si sconta il dissenso, anche brutale. (Foglio, 3 maggio 2007, p. 4).
Derivato dal s. m. e f. cantante con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nella Stampa del 4 gennaio 1999, p. 7, Interno (Pierluigi Battista).