cantare2
cantare2 v. tr. e intr. [lat. cantare, intensivo di canĕre «cantare»]. – 1. a. intr. (aus. avere) Modulare la voce, seguendo un ritmo vario ma determinato, dall’uno all’altro grado della serie dei suoni: c. a solo, in coro; c. da soprano, da tenore; c. in falsetto; c. con sentimento; c. a orecchio, di chi non conosce la musica, o ripete a memoria un’aria musicale senza leggere la musica. Canta che ti passa, frase nata nella prima guerra mondiale, come esortazione al coraggio, e ripetuta proverbialmente come invito a non preoccuparsi, a non dare eccessivo peso a fatti spiacevoli, a contrattempi, e sim. b. tr. Con compl. oggetto, cantare uniformandosi ai movimenti ritmici e melodici di un determinato componimento musicale: c. una canzone, un inno, una romanza, un’aria del Trovatore; c. la ninnananna; c. il miserere, il de profundis, le litanie. c. assol. Fare di professione il cantante: da giovane cantava all’Opera. d. fig. Suonare, spec. passi melodici, in modo da rammentare le suggestive virtù del canto vocale: pochi seppero c. col pianoforte come lo Sgambati. e. Per analogia, recitare, parlare o leggere con monotona cantilena, o in tono declamatorio e affettato: cerca di non c. quando leggi; recita con sentimento, ma canta troppo. 2. estens. a. Di uccelli canori, e anche di altri animali, come la cicala, il grillo, ecc.: l’usignolo cantava mestamente; cantano flebilmente gli uccelli come se piangessero il giorno che muore (Foscolo); il gallo canta all’alba; prov., gallina che canta ha fatto l’uovo, chi parla per primo di una cosa, ne è probabilmente l’autore. b. Di strumenti musicali: nel silenzio della notte, si sentiva c. un violino; d’altre cose, spec. oggetti metallici, suonare, risuonare: faceva c. i soldi in tasca (Verga). c. Di cose, di oggetti che scricchiolano o stridono: senti come canta questa seggiola; gli cantano le scarpe nuove; si dice anche del rumore caratteristico della pipa e del vibrare che fa il rasoio quando ha la lama larga e sottile. Più genericam., di cose che fanno sentire la propria voce, spec. se gioiosa: guardava con tenerezza il suo minacciato castagno, il quale cantava al sole, agitando maestoso la folta chioma nel vento (Fucini). 3. Usi fig.: a. Comporre poesia, celebrare con versi, narrare in versi: E canterò di quel secondo regno Dove l’umano spirito si purga (Dante); Canto l’armi pietose e ’l capitano ... (T. Tasso). b. Gridare, dire apertamente e con risolutezza: c. vittoria, proclamarsi vincitore; cantarla chiara, c. a chiare note, dire chiaro e tondo; quante gliene ho cantate!, gliene ho dette; ha un bel c.!, ha un bel dire, spreca inutilmente il fiato; lasciamolo c., lasciamo che parli quanto vuole, che si sfoghi, e non gli diamo retta. c. Attestare, far fede: la lettera canta chiaro; prov., carta canta e villan dorme, se si vuol stare tranquilli, bisogna mettere per iscritto i contratti e in genere gli accordi, che così non danno adito a contestazioni. d. Confidare cose che dovrebbero restar segrete, fare la spia: qualcuno dei complici deve aver cantato; l’hanno fatto c.; mi viene alle mani uno che, si vede, non vorrebbe altro che c. (Manzoni). ◆ Part. pres. cantante, anche come agg. e sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. cantato, anche come agg., eseguito cantando o con accompagnamento di canto: poesie recitate e cantate; messa cantata, celebrata con accompagnamento di canto e con o senza strumenti musicali.