cantore
cantóre s. m. [lat. cantor -ōris, der. di canĕre «cantare»]. – 1. Chi canta, spec. in coro e nelle cappelle di chiesa: i c. del coro della cattedrale. Ormai raro e ant. in senso più generico, di cantante. Anticam., nelle chiese cattoliche, era detto cantore il diacono solista nei canti liturgici, che insegnava agli altri il canto; oggi quella di cantore è una delle dignità capitolari. La voce del cantor Non è più quella, versi di G. Berchet (Il trovatore, str. 2a e ultima) divenuti proverbiali con senso estens. e fig., talora scherz., per indicare stati di decadimento fisico, di declino di capacità ed energie, e sim. 2. fig. Poeta; in questo sign. è sempre seguito dal compl. che specifica l’argomento o l’eroe cantato nei versi: il c. di Enea (cioè Virgilio, che Dante chiama anche cantor de’ bucolici carmi); il c. di Ulisse, della guerra di Troia (cioè Omero), ecc.; Cantor vago dell’arme e degli amori (Leopardi, che così definisce l’Ariosto). ◆ Dim. cantorino, ragazzo cantore.