caos
càos (ant. cao; pop. càosse e ant. caòsse) s. m. [dal lat. chaos, gr. χάος (che contiene la stessa base χα- dei verbi χαίνω, χάσκω «essere aperto, spalancato»; cfr. χάσμα «voragine»)]. – 1. Nelle antiche cosmologie greche, il complesso degli elementi materiali senza ordine che preesiste al κόσμος, cioè all’universo ordinato. 2. fig. Grande disordine, confusione, di cose o anche d’idee, di sentimenti: a quegli spari, successe il c. e nessuno capì più nulla; quell’amministrazione è un c.; che c. in quell’ufficio!; avere il c. nel cervello; un c. di citazioni, di opinioni, d’argomenti; cacciò le mani in quel c. di carte, rimescolandole dal sotto in su (Manzoni). In partic., disordine e grave turbamento nella vita sociale e politica: gettare il paese nel c.; voci allarmistiche tendenti a provocare il c. nella popolazione. 3. In matematica e in fisica, pur mantenendo un collegamento metaforico con il suo sign. ordinario, il termine ha assunto un’importanza crescente, spec. nello studio dei sistemi complessi: si dice che un sistema tende al caos quando le sue leggi di evoluzione comportano, dopo un certo caratteristico intervallo di tempo, comportamenti del tutto imprevedibili e irregolari, mancando qualsiasi forma di correlazione tra stati successivi. In partic., si parla di c. deterministico per indicare una proprietà di sistemi retti da leggi di evoluzione perfettamente deterministiche, tali però che una minima differenza nelle condizioni iniziali produce evoluzioni enormemente diverse; dato che le condizioni iniziali, nei sistemi reali, sono sempre affette da una seppur minima incertezza, lo stato dei suddetti sistemi finisce per essere assolutamente imprevedibile dopo un certo intervallo di tempo, dando luogo al cosiddetto effetto farfalla (v. farfalla). A differenza del caos deterministico, il c. stocastico riguarda comportamenti irregolari e imprevedibili, derivanti non dalla dinamica intrinseca del sistema stesso, ma da agenti perturbatori esterni che agiscono in maniera del tutto casuale e non correlata.