capitano
(ant. capitànio) s. m. (f. -a; spesso al masch. anche con riferimento a donna) [lat. *capitanus, variante del lat. tardo capitaneus, der. di caput -pĭtis «capo, testa»]. – 1. Chi è a capo, spec. di un corpo armato: Canto l’armi pietose e ’l capitano Che ’l gran sepolcro liberò di Cristo (T. Tasso). Negli eserciti moderni, il capo di una compagnia di soldati o di un corpo equivalente: nella gerarchia militare di quasi tutti gli eserciti fa parte della categoria degli ufficiali inferiori (in Italia, è il grado intermedio fra tenente e maggiore) e ha alle sue dipendenze uno o più ufficiali subalterni. 2. a. C. marittimo: nella navigazione marittima mercantile, la persona che ha il comando della nave (è propr. la qualifica professionale, mentre all’effettivo esercizio della funzione di comando corrisponde, nel codice della navigazione, la denominazione di comandante): c. marittimo di grande cabotaggio e c. marittimo di lungo corso, abilitati il primo al comando di navi mercantili entro i limiti geografici del gran cabotaggio, il secondo al comando di qualsiasi nave in tutti i mari, senza limitazione alcuna. C. d’armamento: ufficiale fiduciario incaricato da una società di navigazione di provvedere all’armamento e ai rifornimenti delle sue navi. b. Nella marina militare, c. di corvetta, di fregata, di vascello: gradi degli ufficiali della marina militare italiana (ma di uso quasi internazionale), corrispondenti rispettivamente ai gradi di maggiore, di tenente colonnello e di colonnello dell’esercito e dell’aeronautica. c. C. di porto: comandante della capitaneria di porto. 3. estens. a. Capo, guida, e in genere chi è preposto ad altri: il c. dei congiurati; il c. di una banda di malfattori; fig., c. d’industria, nome che si dà talvolta agli ideatori e finanziatori di qualche grande impresa industriale, commerciale, bancaria, ecc. b. Nello sport, giocatore responsabile della disciplina dei suoi compagni di squadra durante lo svolgimento di una partita: è, in genere, l’atleta che ha preso parte al maggior numero di incontri disputati dalla squadra; nel ciclismo, l’atleta (detto anche caposquadra) che ha maggiori possibilità di vittoria e a cui si affida una squadra, della quale coordina le azioni spec. durante le competizioni a tappe, e i cui componenti (gregarî) sono impegnati a facilitargli il compito. 4. Storicamente, il termine ha indicato figure molteplici di capi militari e politici: c. delle Chiavi, l’ufficiale che aveva la sorveglianza delle porte di una città o di una piazza; c. di giustizia, magistrato che in talune signorie e principati (a Milano dal sec. 15°) aveva attribuzioni giurisdizionali e di polizia; c. del golfo, a Venezia, il comandante della squadra che difendeva l’alto Adriatico dai corsari; c. del popolo, il magistrato che tutelava il «popolo» nella sua organizzazione economico-professionale in seno al comune podestarile. Si chiamano tuttora c. reggenti i capi dello stato della Repubblica di S. Marino. C. di ventura: il comandante di milizie da lui assoldate, e a sua volta al soldo temporaneo di comuni o di principi, indipendente, però, spec. in Italia, dal potere politico; i capitani di ventura costituirono quella tipica classe di professionisti della guerra che si chiamavano anche, dalle loro condotte, condottieri. 5. Nel medioevo, qualifica generica (lat. capitaneus) di valvassori, particolarmente del Milanese. 6. Maschera della commedia dell’arte che trae origine dal tipo del soldato millantatore della commedia classica, caratterizzata dall’atteggiamento spavaldo e rappresentata sulla scena da due tipi: il Capitano italiano e il Capitano spagnolo. ◆ Spreg. capitanùccio; pegg. capitanàccio.