capitare
v. intr. [lat. *capitare, der. di caput -pĭtis «capo»] (io càpito, ecc.; aus. essere). – 1. a. Far capo, metter capo, quindi giungere, arrivare, ma di solito per caso o incidentalmente: capitai per fortuna in casa di amici; se càpita Carlo, fatelo aspettare; càpiti a proposito! Anche semplicem. giungere, ma con l’idea dell’inopportunità: mi càpita sempre tra i piedi quello scocciatore; sei capitato in un brutto momento. Di cose, venire per caso: m’è capitato fra le mani un vecchio libro; la lettera capitò malauguratamente in mano a sua moglie. b. fig. Capitare bene, male, avere o no fortuna in una scelta, in una affare e sim.: abbiamo scelto una trattoria fuori porta e siamo capitati bene; quella povera figlia è capitata male, ha fatto un matrimonio mal riuscito; iron.: son capitato proprio bene! 2. a. Offrirsi, presentarsi: se mi càpita l’occasione ci vado; m’è capitato un ottimo affare. b. Accadere, succedere d’improvviso: senti l’avventura che mi è capitata; gli capitò un bel guaio; fortune, disgrazie che càpitano; fam., son cose che càpitano ai vivi; m’è capitata bella!; tutte a me devono capitare! o càpitano tutte a me! (s’intende di sfortune, disgrazie, guai); c. fra capo e collo, di cose che sopraggiungono quando uno meno se l’aspetta. Con uso impers., càpita che, càpita di, accade, avviene che: capitò che io mi trovassi là; mi càpita spesso di dimenticare le chiavi.