caporale
s. m. [lat. *caporalis, der. di caput «capo», prob. attraverso una forma *capus -pŏris]. – 1. Graduato di truppa che riveste il primo dei gradi militari e comanda una squadra: c. dei granatieri, degli alpini, ecc.; c. di giornata, graduato incaricato di sovrintendere alle pulizie e all’ordine dei locali della propria compagnia; caporal maggiore, militare con grado immediatamente superiore a quello di caporale. Per estens., con riferimento alle maniere brusche e imperative che i caporali usano con le reclute: avere modi da c., atteggiarsi a c.; scherz., persona autoritaria di modi rudi e sgarbati, anche riferito a una donna: quella ragazza è un c.; il nostro amico ha sposato un vero caporale. 2. pop. Capo di una squadra di operai: c’erano digià i due c. e l’assistente che fumava una spagnoletta e sorrideva (Pratolini). Anche, nell’Italia merid., intermediario per il reclutamento di operai, e in partic. di braccianti agricoli, in forme illegali (v. caporalato). 3. ant. a. Comandante, capo, anche di un partito, di una fazione. b. agg. Principale: tutte le c. città d’Italia (G. Villani). ◆ Dim. caporalétto, caporalino; spreg. caporalùccio; accr. caporalóne; pegg. caporalàccio.