carabinierese
s. m. (scherz. iron.) Il linguaggio tipico dei carabinieri. ◆ Antonio Pennacchi […] Ha preso un gialluccio -- il delitto di Cori, due fidanzatini massacrati con il record mondiale di coltellate, 124 lei e 60 lui -- e lo ha rivoltato in anti-giallo: «Una nuvola rossa». C’è il delitto, non il colpevole. C’è soprattutto la commistione di lingue e di registri, dall’italo-dialettale del narrante al formidabile questurese dei mattinali di polizia al carabinierese. (Lucio Caracciolo, Repubblica, 23 marzo 1998, p. 26, Cultura) • Notte di minigonne e luci blu, di tacchi a spillo alti venti centimetri, su scarpe numero 44 e di foto segnaletiche. Una delle tante notti che i carabinieri passano nel gran circo del «trans tour» e del «puttan tour», nel pantano della prostituzione di strada. Acqua Acetosa, via Salaria, la Moschea, il lungotevere. Molti (molte) scappano, parecchi finiscono nella rete. Il bilancio del mattinale riporterà, nel più limpido «carabinierese», il controllo di sessanta persone (di cui cinquanta stranieri), tre arresti per violazione alla legge sui documenti di soggiorno, cinquanta veicoli fermati. (Massimo Lugli, Repubblica, 3 settembre 2005, Roma, p. VII).
Derivato dal s. m. carabiniere con l’aggiunta del suffisso -ese.