caregiver
s. f. e m. Chi dà assistenza a una persona non autosufficiente. ♦ È molto importante, per chiunque si debba prendere cura, per anni seguito, di un malato cronico non dedicarsi esclusivamente a lui. Ecco alcune strategie per «resistere». 1) Diversificare il proprio tempo, trovare spazi per se stessi, per il lavoro (ancora più necessario in questi casi), per gli altri familiari se ci sono. Se manca questa possibilità, si arriva a momenti di grande sofferenza, e infine di rifiuto. Per questo sarebbero molto utili delle strutture tipo day hospital, che sollevassero, almeno in parte, durante la giornata, il «caregiver» dalla necessità dell'assistenza. ([Valeria Fioramonte], Corriere della sera, 18 maggio 1992, p. 23, Corriere Salute) • È proprio vero che il termine caregiver, di recente molto usato perché la cura familiare è diventata oggetto di una legge, non si può né leggere né sentire. È anche vero che l’algida definizione burocratese “prestatore volontario di cura”, che appare nell’articolo 3 della legge, non è tanto meglio. Tra l’altro: macché prestatore volontario! – chiosano le associazioni dei familiari delle persone con disabilità – spesso non si tratta di scelta, ma di necessità imposta dalla carenza di servizi territoriali. PIÙ CHIARO IN ITALIANO. In apertura del suo telegiornale, la sera del 27 novembre Enrico Mentana commenta: “…è stato varato un piano di aiuto per chi si prende cura delle persone gravemente inferme che si trova in casa. Si usa un termine terrificante, inglese, caregiver, ma cercheremo di non usarlo mai. Questa è una promessa che vi facciamo perché non è difficile dire un aiuto, un’indennità, una sovvenzione per chi cura le persone inferme. Lo possiamo dire molto più chiaramente in italiano.” Difficile non essere d’accordo. (Annamaria Testa, Nuovoeutile.it, 9 dicembre 2017) • In un disegno di legge presentato nell’ottobre 2018, Norme in materia di priorità delle prestazioni domiciliari per le persone non autosufficienti, è stato usato accuditore in sostituzione a caregiver. Come discusso più dettagliatamente nei commenti qui sotto, accuditore può apparire una parola insolita ma è ben formata perché deriva dal verbo accudire, facilmente comprensibile, e consente di mantenere coerenza terminologica tra azione, accudimento, persona che riceve assistenza, accudito, e persona che la presta, accuditore. (Licia Corbolante, Terminologiaetc.it, 14 dicembre 2017 – aggiornamento del 2018) • Il caregiver familiare è quella persona che a titolo gratuito e fuori dall’ambito professionale si occupa dell’assistenza di un figlio, genitore o altro familiare disabile o che comunque non sia autosufficiente. Sono sempre di più in Italia i caregivers familiari e questi spesso sono costretti ad abbandonare il lavoro, anche se molto giovani, per potersi totalmente dedicare alla cura di un figlio o un genitore che altrimenti non potrebbe vivere. (Teresa Maddonni, Money.it, 6 febbraio 2020, Diritto del lavoro) • Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha dimostrato di avere le idee un po’ confuse sul ruolo dei caregiver. Parlando in conferenza stampa delle categorie fragili con accesso prioritario alla campagna vaccinale anti-Covid, Zaia ha descritto i caregiver (termine inglese che Zaia ha pronunciato come cargiver) come “coloro che fanno da autisti alle persone non autosufficienti e ai disabili”. In realtà il termine anglosassone caregiver, entrato ormai nell’uso comune, non ha alcun legame con la parola car (“automobile” in inglese) e quindi con gli autisti, ma è composta dalla parole “care” e “giver”, e si riferisce a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato o disabile. (Fatto Quotidiano.it, 12 marzo 2021, Politica).
Da caregiver, voce angloamericana, a sua volta dai s. giver (‘chi dà’) e care (‘cura’).