carme
s. m. [dal lat. carmen, dal tema di canĕre «cantare»]. – 1. Componimento poetico, canto, poesia, versi: cantor de’ buccolici c. (Dante), con riferimento a Virgilio; bellicoso c. (Ariosto); il carme Che allegrò l’ira al Ghibellin fuggiasco (Foscolo); comporre, tessere un c. di lode. Anche titolo di opere poetiche, particolarm. di componimenti lirici: i c. di Catullo, di Orazio; i c. conviviali, i c. trionfali, presso i Latini (v. conviviale, trionfale); il c. «Dei Sepolcri» di U. Foscolo. C. figurati, poesie (in uso presso i Greci nell’età alessandrina, presso i Romani durante il tardo Impero, e in voga anche nel Rinascimento) imitanti, con la disposizione e la varia lunghezza dei versi, determinate figure. 2. letter. Formula magica, scongiuro: i demoni industri, Da suffumigi tratti e sacri c. (Ariosto). Anche responso, vaticinio: i tuoi carmi S’odan per la tua lingua (Caro).