cartoccio
cartòccio s. m. [der. di carta]. – 1. Foglio di carta ravvolto in forma di cono, per mettervi dentro roba (per lo più generi alimentari), e anche la roba in esso contenuta: un c. di riso, di castagne; nell’uso com., anche il sacchetto di carta usato allo stesso scopo. Cucinare al c. (e trote, triglie, spigole al c., polli, piccioni, quaglie al c.), modo di preparazione della carne, soprattutto selvaggina, e in partic. del pesce, avvolti in carta oleata e cotti in forno. Truffa col c., sistema di truffa consistente nel consegnare a qualcuno un pacco di biglietti di banca facendogli credere che siano tutti del medesimo taglio, mentre solo i primi hanno un certo valore e gli altri sono di valore minore. 2. a. In artiglieria, contenitore di carta speciale (anche di tela o seta) per cariche di lancio: può essere contenuto in un bossolo (c. a bossolo), e se al bossolo è fissato il proietto si ha il c. a proietto. b. In pirotecnica, tubo di cartone di varie dimensioni nel quale si mette la composizione pirica per i fuochi d’artificio. c. In etnologia, inserzione a c., uno dei due principali sistemi di attacco della punta di una freccia, lancia o sim., alla rispettiva asta, secondo il quale l’asta penetra nell’estremità concava della punta; è sinon. di inserzione a doccia, e si contrappone all’attacco a codolo. 3. L’insieme delle ampie brattee che avvolgono la pannocchia del granoturco: i monelli Ruzzano nei c. strepitosi (Pascoli). 4. Raffigurazione plastica o pittorica di un rotolo cartaceo stilizzato, usato nell’arte decorativa, spec. barocca, come motivo ornamentale di cornici, stemmi e simili membrature architettoniche. 5. Tubo di vetro per lumi a petrolio. 6. Nella scherma, uscita in tempo (detta anche passata sotto) ormai in disuso, ma largamente impiegata nei secoli scorsi. ◆ Dim. cartoccino, cartoccétto; accr. cartoccióne.