cassa s. f. [dal lat. capsa "scatola, contenitore"]. - 1. [contenitore di varia grandezza, per lo più di legno, usato per tenervi o trasportare roba] ≈ ‖ arca, baule, cassapanca, (non com.) cofano, madia, scatola. ⇑ contenitore. ● Espressioni: cassa acustica → □; cassa (da morto) → □; cassa di risonanza ≈ [→ RISONANZA (1)]. 2. (anat.) [cavità del corpo o di un organo] ● Espressioni: cassa toracica → □. 3. [mobile, impianto o locale, opportunamente attrezzato, per la conservazione di valori] ≈ ‖ cassaforte, caveau, forziere, scrigno. 4. (estens.) [i denari o valori esistenti presso una persona, un'impresa, un ente] ≈ ‖ capitale, cash, contante, liquido, patrimonio. ● Espressioni: libro di cassa → □; tenere la cassa ≈ amministrare, gestire. 5. (amministr.) [l'ufficio che ha in consegna denaro e valori in genere e provvede alle relative operazioni] ≈ ‖ banco, biglietteria, botteghino. □ cassa acustica [contenitore in cui sono montati uno o più altoparlanti] ≈ altoparlante, diffusore. □ cassa (da morto) [contenitore in cui si depone una salma] ≈ bara, feretro. □ cassa toracica [cavità del corpo umano contenente il cuore e gran parte dell'apparato respiratorio] ≈ gabbia toracica, torace, [negli animali] carcassa. □ libro di cassa [registro su cui si segnano riscossioni e pagamenti] ≈ libro mastro, mastrino.
cassa. Finestra di approfondimento
Grandi contenitori - C. è il termine più generico per indicare un contenitore a forma quasi sempre di parallelepipedo, di consistenti dimensioni. Un particolare tipo di cassa di legno, con la funzione di mobile, era la madia, che si apriva nella parte superiore o anteriore e che era adibita di norma alla conservazione di pane o farina. Il ripiano superiore era anche utilizzato per impastare. Usati ora come la madia, ora con funzione di più generico contenitore (ma in uso più nell’antichità che oggi), sono l’arca e il cassettone, anch’essi a forma di grande cassa, per lo più lignea, e con apertura superiore. Un mobile tuttora in uso, di forma simile all’arca ma più basso; usato anche da sedile, è la cassapanca. Una cassa utilizzata per contenere soldi o oggetti preziosi è uno scrigno (se piccolo può essere detto anche cofanetto) o un forziere (più grande), entrambi termini oggi poco com. e designanti contenitori in genere pesanti e riccamente lavorati: che cosa vi è in quello scrigno incassato nel muro […]? (C. Goldoni). Gli stessi termini hanno anche accezione metaforica di «custodia di cose preziose»: talor dal mio forziere / ruban tutti i gioielli / due ladri: gli occhi belli, recita un’aria dalla Bohème di Puccini.
Moderna, metallica e di solito con apertura regolata da una combinazione è invece la cassaforte, anch’essa adibita alla custodia di valori. Di dimensioni notevoli e impiegato in genere per contenervi biancheria da corredo è il baule. Casse impiegate per contenere le salme sono il sarcofago (termine per lo più limitato ad antichi e preziosi contenitori sepolcrali) e la bara (pop. detta anche c. da morto). Il contenitore delle ceneri, di varia forma e di dimensioni ridotte, è invece detto urna (cineraria).
Piccoli contenitori - Una cassetta non è tanto una piccola cassa, quanto una cassa, per lo di legno o di plastica, adibita di solito al trasporto di generi ortofrutticoli: una cassetta di pomodori, di patate, di mele. Un contenitore di dimensioni limitate, dotato di coperchio, è detto scatola e può essere di varie forme e materiali e adibito a vari usi. Il tipo più comune di scatola è di cartone, ha forma per lo più di parallelepipedo e serve per contenere oggetti vari, come scarpe, camicie, e altro. Ma vi sono anche scatole di legno, di vetro, metalliche, e di forme svariate. Una scatola di cartone di notevoli dimensioni è uno scatolone, impiegato spesso per l’imballaggio di materiale: prima del trasloco dobbiamo sistemare tutti i libri negli scatoloni. Lo scatolone da imballaggio è spesso detto cartone. Quello che distingue la c. (o cassetta) dalla scatola (o scatolone) è il tipo di coperchio: una cassa di vino o di birra è un contenitore (di vario materiale) aperto oppure chiuso da una tavola inchiodata, mentre una scatola è sempre fornita di un coperchio che può essere asportato (o, anche, sollevato rimanendo attaccato alla scatola da un lato): una scatola di cioccolatini; ho riposto tutti i suoi giocattoli in una grande scatola.
Contenitori di forma cilindrica - Una scatoletta può essere sia, genericam., una piccola scatola, sia un particolare tipo di scatola metallica, usata per contenere alimenti in conserva quali carne, tonno e sim. (detti per l’appunto in scatola). In questo ultimo caso la scatoletta è di forma quasi sempre cilindrica, con l’altezza inferiore al diametro, di latta. Se l’altezza supera il diametro si parla di barattolo o lattina. La differenza d’uso tra questi ultimi due termini riguarda soprattutto il materiale e il tipo di apertura. Se il contenitore si apre svitando un coperchio, si userà barattolo: barattolo di maionese, di marmellata; se invece si apre asportando a strappo una linguetta posta superiormente (o asportando una delle due basi con un apriscatole) si preferirà lattina. Non mancano eccezioni, dettate forse da semplici abitudini lessicali: si suole, per es., parlare di barattolo di pomodoro, ma di lattina di birra. Se di legno, un barattolo può essere detto mastello (oggi d’uso meno com.). Un grande contenitore a base circolare, più alto che largo (impiegato per lo più per il trasporto di alcolici o di carburante), è detto barile o fusto: e il barile di vino ve lo siete scordato? (C. Goldoni); avevano comprato un fusto di vino (A. Oriani).