castigare
(tosc. gastigare) v. tr. [dal lat. castigare «rimproverare, correggere, punire», comp. di castus «puro» e agĕre «fare, rendere»] (io castigo, tu castighi, ecc.). – 1. Punire, infliggere una pena al fine di correggere: bisogna c. i figli quando se lo meritano. 2. estens. a. letter. C. la lingua, lo stile, i costumi, emendare, correggere; c. un libro, toglierne i passi che offendono la morale o la religione (con questi sign., solo nella forma castigare) b. poet. Forgiare un metallo, lavorarlo battendolo a caldo: Qual su l’incude le roventi masse del metallo castiga (V. Monti). c. ant. C. una pianta, potarla, sfrondarla, e anche guastarla, danneggiarla: il gelo tardivo ha castigato le viti. ◆ Part. pass. castigato, anche come agg. (v. la voce).