cattedra
càttedra (ant. e letter. càtedra) s. f. [dal lat. cathĕdra, gr. καϑέδρα «sedia, cattedra»]. – 1. ant. Seggio, sedile in genere. 2. a. Nelle scuole e nelle università, complesso funzionale, costituito da una sedia o poltrona e da un tavolo o scrivania, generalmente collocato su una pedana, da cui il docente impartisce il suo insegnamento: salire in, sulla c.; stare, sedere in c.; fig., salire, montare in c. (meno com. metter su c., rizzare c.), parlare in modo e con tono presuntuoso e saccente. b. estens. In senso stretto, insegnamento cui è preposto un professore di ruolo (o anche non di ruolo), relativamente a una disciplina o gruppo di discipline per un determinato numero di ore settimanali; comunem., il posto o l’ufficio stesso di un professore: c. di diritto, di filosofia, di letteratura latina, di anatomia; istituire, sopprimere, concedere, conferire una c.; aspirare, concorrere a una c.; avere una c., vincere la c.; sono state poste a concorso cinquanta c. di latino e greco nei licei. c. C. ambulante (o c. ambulante di agricoltura), in passato, insegnamento di materie agrarie, impartito da un docente che si spostava nei varî centri di una provincia (sostituita oggi dagli ispettorati agrarî). 3. Seggio, spesso (soprattutto in passato) coperto di baldacchino, su cui siedono il pontefice o i vescovi nelle chiese quando assistono alle funzioni religiose. Anche come simbolo del magistero episcopale e di alta autorità ecclesiastica: c. di s. Pietro (o c. apostolica, romana, papale, pontificale), dignità di pontefice; c. episcopale o vescovile, dignità di vescovo; fig., sentenziare, affermare dalla c. (v. ex cathedra).