cattolico
cattòlico agg. e s. m. [dal lat. tardo catholĭcus, gr. καϑολικός «universale», der. di καϑ’ὅλου «universalmente»] (pl. m. -ci). – 1. Propr., universale: tiene questa gente [i Peripatetici] oggi lo reggimento del mondo in dottrina per tutte parti, e puotesi appellare quasi c. oppinione (Dante). Con questo stesso senso, è attributo spettante alla Chiesa romana (Chiesa c.) e quindi anche alla religione e alla dottrina che ne sono l’espressione. 2. a. Che professa la religione cattolica apostolica romana: popoli c.; nazioni c.; sacerdote c.; lavoratori, intellettuali c.; la gioventù c.; donne c.; Sua Maestà Cattolica, titolo onorifico concesso nel 1497 dopo la conquista di Granata a Isabella regina di Castiglia e Léon e a Ferdinando V re d’Aragona, passato poi ai re di Spagna loro successori. Anche come sost.: i c. di tutto il mondo; essere un buon c., un cattivo c.; Vecchi cattolici, gruppo di cattolici tedeschi che non vollero riconoscere il dogma dell’infallibilità pontificia proclamato al Concilio Vaticano del 1870: se ne hanno ancora comunità in Germania, Svizzera, Austria. Per estens., che è costituito da cattolici: lega c., associazione c., ecc. b. Che è conforme alla dottrina della Chiesa romana o ne fa parte: morale c.; dogmi c.; libri cattolici. c. Che emana o è promosso dalla Chiesa romana: Azione C., organizzazione del laicato cattolico per una speciale e diretta collaborazione con l’apostolato gerarchico della Chiesa. 3. s. m. Titolo del vescovo supremo di certe Chiese orientali (armena, caldea, georgiana, nestoriana): v. katholikòs. ◆ Avv. cattolicaménte, in conformità ai principî della religione cattolica: vivere cattolicamente; lei accoglie tutte le cose ... cattolicamente, disponendole tutte in una gerarchia di valori che serba le grandi linee tradizionali (Pavese).