causativo
cauṡativo agg. [dal lat. tardo causativus, der. di causari «causare»]. – 1. Che è causa, che ha potenza di causare: assai ben si può comprendere la tristizia esser c. dell’ira (Boccaccio). 2. In grammatica: a. ant. Caso c., il quarto caso, il caso accusativo (lat. casus causativus, in Prisciano, calco del gr. αἰτιατικός: cfr. accusativo). b. Verbi c. (o fattivi), verbi derivati che esprimono un’azione non compiuta dal soggetto ma fatta compiere ad altri (per es. addormentare rispetto a dormire). c. Funzione c., quella che assume il verbo fare seguito da un infinito, per indicare che il soggetto non fa lui l’azione ma la fa fare ad altri (lo hai fatto piangere; ti farò pentire, ecc.). Con valore c. sono adoperati talvolta anche alcuni verbi intransitivi; per es.: riposare gli occhi (cioè farli riposare), invecchiare artificialmente il vino (cioè farlo invecchiare, provocarne l’invecchiamento).