celeste1
celèste1 (ant. celèsto) agg. [dal lat. caelestis «del cielo»; s. m. pl. caelestes «abitatori del cielo, dèi»]. – 1. a. Del cielo, che appartiene al cielo o si muove nel cielo: volta c.; corpi c.; fenomeni c.; che tratta o si riferisce a corpi celesti: meccanica c.; soprattutto in espressioni relative all’astronomia: geografia c., coordinate c., equatore c., meridiani c., poli c., ecc. b. Di colore simile a quello del cielo sereno: un nastro c.; occhi c.; anche s. m., il c., il colore celeste: era vestita di celeste. In farmaceutica, acqua c., soluzione acquosa di solfato di rame o di solfato di rame ammoniacale, di colore appunto celeste, usata come collirio. 2. a. Del cielo, inteso come sede di Dio e degli spiriti beati: gloria c.; beatitudine c.; Uno spirto celeste, un vivo sole Fu quel ch’i’ vidi (Petrarca); quindi divino, che viene dal cielo: dono c.; grazia, consolazione, aiuto c.; benedizioni c.; c. è questa Corrispondenza d’amorosi sensi (Foscolo); e come s. m. pl., i celesti, gli spiriti (o gli dèi pagani) che abitano il cielo: la ragione in grembo De’ c. si posa (Leopardi). Locuzioni mistiche: il Padre c., Iddio; lo Sposo c., Gesù; Madre c., la Vergine; pane c. o mensa c., l’Eucaristia; regno c., patria c., Gerusalemme c., il paradiso. b. C. Impero, espressione con cui era designata la Cina imperiale. 3. estens. a. Dolcissimo, ineffabile (quasi «degno del cielo»): un’armonia c.; dolcezze c.; meno com., puro, spirituale: la bella imago, Da cui, se non celeste, altro diletto Giammai non ebbi, e sol di lei m’appago (Leopardi). b. Registro c., nell’organo, registro che produce un suono tremulo.