cero
céro (ant. cèreo e cèrio) s. m. [dal lat. cereus, agg. «di cera» e s. m. «candela, fiaccola di cera»]. – Grossa candela di cera, usata spec. in chiesa o nelle processioni religiose; c. votivo (anche semplicem. cero), candela che si offre in voto: offrire, portare, promettere un c. alla Madonna; fam., si è salvato per miracolo: dovrebbe accendere un c. alla Madonna!; c. pasquale, grande cero decorato, posto su un candelabro (detto anch’esso, per estens., cero), che viene benedetto nella veglia pasquale e rimane acceso fino alla messa solenne dell’Ascensione. Locuzioni: diritto come un c., di chi sta diritto con la persona; sta lì che pare un c., impalato come un c., di chi sta immobile, rigido; fig., un c., un bel c., uomo grullo e goffo, o anche bellimbusto, zerbinotto. ◆ Accr. ceròtto, ant., cero corto e massiccio.