chiave
s. f. [lat. clavis]. – 1. a. Strumento di metallo che serve a chiudere ed aprire serrature e lucchetti, che nella forma tradizionale è costituito da un cannello sul quale è applicata a un’estremità la mappa con gli scontri (nei tipi più recenti, le mappe sono due, contrapposte come due ali), mentre dall’altra parte termina con un anello o con un’impugnatura (è detta ch. maschio se a cannello pieno, ch. femmina se cavo); un altro tipo, più moderno, è la ch. piatta, a corpo piatto, con scanalature e intagli o fori calibrati (per es., le chiavi di tipo Yale e le cosiddette chiavi per «cilindro europeo»). b. Locuzioni: buco della ch., il cannello bucato della chiave femmina o anche il foro attraverso cui s’introduce la chiave nella toppa (più propr. buco della serratura): guardare per il buco della ch.; sei entrato per il buco della ch.?, quando si vede comparire uno in casa improvvisamente, senza saper come; è passato proprio per il buco della ch., di chi è stato promosso con grande stento; uscirne per il buco della ch., lo stesso che per il rotto della cuffia (v. cuffia, n. 1 a); chiudere a ch., con la chiave; chiudere o serrare a sette ch., nascondere, custodire gelosamente, e così mettere sotto ch., tenere sotto ch., sotto mille ch.; dare un giro, due giri di ch., girare una volta, due volte la chiave nella toppa; essere, mettere sotto ch., essere o mettere al sicuro (scherz. o iron., essere o mettere in prigione); ch. falsa, ogni tipo di chiave, fatta fabbricare apposta o comunque non appartenente al legittimo proprietario, adoperata per aprire serrature di ambienti o di oggetti di proprietà altrui a scopo di furto o con altri fini illeciti. Nelle contrattazioni, chiavi in mano, clausola che, inserita in un contratto di appalto, indica l’obbligo, da parte dell’appaltatore, di consegnare al committente l’opera appaltata (in genere, un grande impianto, come per es. una centrale elettrica, o un pubblico servizio, per es. un ospedale, ecc.) in stato di immediata utilizzazione per l’uso cui è destinata; con lo stesso sign., è adoperata talvolta la clausola a giro di chiave, traduz. dell’ingl. turn key. In senso più generico, la locuz. è usata con il sign. di «tutto compreso», con riferimento, per es., al prezzo pattuito per la vendita di un appartamento, e, più spesso, per la vendita di un autoveicolo, dove prezzo chiavi in mano indica il prezzo di listino che comprende anche le spese di trasporto, delle imposte e dell’immatricolazione (equivalente, quindi, alla locuz. prezzo su strada). c. Come simbolo d’autorità: avere o tenere la ch. di casa di un’azienda e sim., esserne il padrone, colui che dispone di ogni cosa, che decide di tutto; avere o tenere le ch. del cuore di una persona, esercitare un forte ascendente sul suo animo: I0 son colui che tenni ambo le chiavi Del cor di Federigo (Dante); le ch. di san Pietro o le somme ch., le sacre ch., insegne della Chiesa, simbolo dell’autorità pontificia; presentare, offrire le ch. della città, in segno di sottomissione a un vincitore o come atto d’onore a un sovrano o ad altro grande personaggio. 2. fig. Mezzo che permette di conseguire un determinato fine (per analogia con le chiavi che dànno la possibilità di entrare in un luogo). In partic.: a. Punto strategico d’importanza essenziale per conquistare una piazzaforte, per penetrare in un territorio, per esercitare un dominio, per decidere le sorti di una guerra o sim.: le Termopili erano la ch. della Grecia; Gibilterra è la ch. del Mediterraneo; le fortezze di Pietrasanta ... erano come chiave del dominio fiorentino (Guicciardini). Anche posposto con funzione appositiva (sempre invar.) in gruppi del tipo: posizione-ch., posizione strategicamente importante che dà accesso ad altre posizioni; industria-ch., industria principale di un paese, dalla cui prosperità in buona parte dipende il generale benessere; settore-ch., quel settore della vita economica in cui un dato intervento può determinare lo spostamento più notevole verso l’obiettivo voluto; posti-chiave, incarichi di grande potere direttivo nella vita pubblica, nella politica, nell’economia di un paese; ministero-ch., un ministero considerato di grande importanza per influire sull’orientamento della politica e dell’economia di uno stato; valuta-ch., la moneta a cui si fa di solito riferimento nelle contrattazioni in una grande area monetaria (per es., nel mercato mondiale, il dollaro). b. Ciò che bisogna conoscere per risolvere problemi, giochi, per interpretare scritture cifrate, per trovare la soluzione di affari misteriosi o complicati (della realtà o della fantasia), e sim.: non trovo la ch. del problema; conosci la ch. del dispaccio?; avere in mano la ch. della situazione, conoscere il modo per risolverla a proprio vantaggio; scoprire il personaggio-ch. di una faccenda, colui che ne muove le fila (con sign. analoghi, punto-ch., di una situazione, argomento-ch., con cui affrontare e controbattere un avversario o sostenere un’opinione, e sim.). Ch. di lettura, particolare criterio, o punto di vista, con cui (o da cui) è possibile analizzare e interpretare un testo letterario, e per estens. un’opera d’arte, uno spettacolo teatrale, un film, o anche un avvenimento: è un romanzo che presenta molte ch. di lettura; la ch. di lettura del film è la crisi della famiglia. c. Nel gioco degli scacchi, la prima mossa, unica, che inizia la soluzione di un problema. d. Ch. telegrafica, documento di carattere riservato che enti o persone, in quotidiani rapporti telegrafici, si scambiano e che contiene i dati necessarî per la formazione di un numero di controllo indicato in ogni comunicazione telegrafica per accertarne l’autenticità e la provenienza. Analogam., in informatica, ch. di protezione o ch. di memoria o ch. di accesso o più genericam. parola d’ordine, codice di riconoscimento, associato a una zona di memoria dell’elaboratore, che l’utente deve fornire al sistema, operante in time-sharing, perché questo possa controllare che egli sia autorizzato ad accedere a quella determinata zona. Con altro sign., sempre in informatica, chiave è sinon. di indicativo; per la locuz. parola chiave, v. parola, n. 10. e. Libri a ch., opere letterarie nelle quali, per finalità diverse, sono presentati sotto nomi fittizî personaggi reali e sono narrati, in modo più o meno deformato, avvenimenti realmente accaduti. 3. a. Segno particolare, di origine alfabetica, che si appone al rigo musicale per determinare il valore di altezza delle note: ch. di sol, sulla seconda linea (per il violino), ch. di fa, sulla quarta linea (per il basso) e sulla terza (per il baritono), ch. di do, sulla prima, seconda, terza e quarta linea (per soprano, mezzosoprano, contralto e tenore), dette anche, rispettivam., ch. di violino, di basso, ecc. Alterazioni o accidenti in ch., i diesis o bemolli che vengono segnati sul pentagramma subito dopo la chiave per determinare la tonalità di un brano musicale, e indicano l’alterazione delle relative note per tutta la durata del brano (salvo modificazioni espressamente indicate volta per volta). b. Usi fig.: stare in ch., attenersi all’argomento; uscire di ch., essere fuori ch., fare discorsi stonati, dire cose inopportune; in chiave (seguito da un agg. o da un compl. di specificazione), in tono, per indicare il particolare aspetto o carattere o punto di vista con cui un discorso, una narrazione, un’azione drammatica sono presentati o svolti: tutto il racconto è sviluppato in ch. umoristica; è un film che ripresenta l’antico dramma di Fedra in ch. psicanalitica; dare un’interpretazione dei fatti (o di un fenomeno) in ch. marxista. 4. In metrica, verso (detto più comunem. diesi) che nella canzone petrarchesca lega la fronte alla sirma; anche il verso che, lasciato senza rima nella sirma della prima stanza della canzone, è rimato con un verso che nella coda delle stanze successive si trova sempre nel medesimo posto. 5. Nel linguaggio sport., colpo proibito negli incontri di lotta libera, ma ammesso in quelli di lotta americana, che consiste nell’effettuare una presa al collo dell’avversario, cercando di provocarne il rotolamento. 6. a. Strumento somigliante a una chiave femmina, ma senza la mappa con gli scontri, che serve a caricare orologi da sala, giocattoli, ecc. b. Arnese simile che serve a tirare o allentare le corde di strumenti musicali, come l’arpa, il violino, ecc. Negli strumenti a fiato, ciascuna delle valvolette che, governate dalle dita, aprono e chiudono i fori corrispondenti ai varî suoni. c. Nei fucili a canne basculanti, la leva posta nella parte superiore del blocco di chiusura; spingendola lateralmente fa scorrere il chiavistello che serra i tenoni e permette l’apertura dell’arma. d. Nome di varî utensili atti a serrare dadi, viti, bulloni, raccordi, tubi, ecc. Hanno varia forma e si distinguono in fisse (ch. esagonale, semplice, aperta, doppia, ad anello o poligonale, a gancio, a settore, a tubo, ecc.) e registrabili, atte a operare su dadi di misure diverse e costituite da un paio di mascelle delle quali una fa parte del corpo dell’utensile mentre quella antagonista è mobile e la sua posizione può essere regolata azionando un comando, generalmente in forma di rullino girevole (ch. a martello, inglese, prussiana, ecc.). Speciali chiavi registrabili sono le ch. per tubi (a becco di pappagallo, a catena, ecc.) e le ch. ad arpionismo; per la ch. dinamometrica, v. dinamometrico. e. Ch. telefonica: commutatore a leva usato nei tavoli di commutazione telefonica manuale. 7. a. Nome di particolari elementi di sostegno in strutture murarie. Ch. da muro (o catena), elemento di ferro che si dispone orizzontalmente secondo la corda di un arco, ancorandolo alle murature che lo fiancheggiano, al fine di contrastare le spinte dell’arco sui piedritti. Ch. di volta, l’elemento centrale più alto di un arco, o di una volta, detto anche serraglia, che, quando la struttura è in pietra da taglio, consiste in un concio cuneiforme (cuneo in ch.) simmetrico rispetto all’asse verticale della struttura stessa, mentre quando si tratta di struttura laterizia o a getto non risulta come elemento costruttivo ben definito, ma indica solo il punto centrale più alto della volta: ad esso si riferiscono alcune importanti caratteristiche costruttive (spessore in ch., altezza in ch., curvatura in ch., ecc.) o statiche (carico in ch., lesioni in ch., ecc.). In senso fig., ch. di volta di una questione, di un argomento, elemento, dato di fatto su cui la questione o l’argomento s’imperniano, che sostiene o da cui dipende tutto. b. Con altro sign., in una muratura, mattoni disposti in chiave (o in cortina), disposti in modo che le facce più grandi siano orizzontali e quelle più piccole siano parallele al paramento della muratura stessa. 8. In marina, sbarra di ferro a sezione quadrata che, passando attraverso un apposito foro praticato nella parte inferiore (rabazza o lanterna) dell’albero di gabbia o dell’alberetto, e poggiando con la sua estremità sulle costiere della coffa o sulle barre, serve a sostenere rispettivamente l’albero di gabbia o l’alberetto, impedendo che scorrano verso il basso. Mettere in ch., mettere a posto la chiave, quando si ghinda un albero di gabbia o un alberetto. 9. In botanica e zoologia, ch. analitica, aggruppamento, di solito artificiale, dei caratteri più appariscenti degli organismi, destinato a rendere facile, per successive esclusioni, la determinazione di una data specie; ch. dicotomica, particolare tipo di chiave analitica che fa giungere alla determinazione della specie con l’esclusione di uno tra due caratteri opposti o comunque diversi. ◆ Dim. chiavina, chiavèlla (v.), chiavétta (v.), chiavicina; accr. chiavóna, e chiavóne m.; pegg. chiavàccia.