ciac-ciac
(ciac ciac), loc. s.le m. inv. Voce onomatopeica che imita il rumore prodotto dalle mani che percuotono il corpo durante un massaggio, o dei piedi nelle scarpe zuppe d’acqua. ◆ Colonna sonora, da un lettino all’altro, il ciac-ciac della massaggiatrice esotica sulle cicce di femmine e maschi, una botta di balsamo di tigre sulle tempie e il mal di testa scompare. Da Rimini a Forte dei Marmi, fino alle isole del Sud, la fissazione per l’estetica ha abolito le orrende pastasciutte sotto plastica degli anni passati, cancellato il supplì e messo in minoranza tramezzini e pizzette. A mezzogiorno, il nuovo bagnante consuma soltanto frutta e verdura e i bar si sono adeguati: (Barbara Palombelli, Corriere della sera, 19 agosto 2003, p. 1, Prima pagina) • Da un momento all’altro il cielo si era di nuovo tinto di azzurro, e la pioggia aveva ripulito l’aria. Tonino alzò i piedi e misurò il grado di inzuppamento: l’acqua gli era arrivata fin sotto al ginocchio e a camminare, faceva ciac ciac. (Claudio Ciccarone, Repubblica, 5 giugno 2005, Napoli, p. XXI).
Già attestato nella Repubblica del 6 settembre 1998, p. 40, Sport (Mattia Chiusano), nella variante grafica ciak ciak, con riferimento alle mani che applaudono.