cinecritico
(cine-critico), s. m. e agg. Chi si occupa di critica cinematografica; a essa relativo. ◆ Lungi da me l’intento di sbilanciarmi nella tutela della corporazione dei cinecritici, della quale fra l’altro, per intervenute dimissioni, non faccio più parte da anni. Di cinema scriva chi vuole, scriva chi può e viva la libertà: (Tullio Kezich, Corriere della sera, 7 marzo 1998, p. 35, Spettacoli) • Come Leone d’oro già non sfigurerebbe ma sarebbe come convincere la crema cine-critica più snob a tifare per lo Sheffield Wednesday o a occuparsi di quelle quisquilie poco cinefile […] che sono i binari, gli scartamenti, le traversine, gli straordinari. (Manifesto, 4 settembre 2001, p. 14, Visioni) • All’anteprima milanese i giovani cinecritici che furoreggiano tra internet e fanzine, dopo due ore di un film dai magnifici colori dei bon-bon glassati, erano impazienti, forse assonnati, insomma un po’ delusi; anche affamati per via di tutte quelle piramidi di dolci gonfi di panna, degli stessi colori, pistacchio, rosa, azzurro, bianco, crema, degli stupendi abiti (di Milena Canonero) delle dame in crinolina e imparruccate tipo Margie Simpson e dei cavalieri incipriati. (Natalia Aspesi, Repubblica, 9 novembre 2006, p. 53, Spettacoli).
Composto dal confisso cine- aggiunto al s. m. critico.
Già attestato nella Repubblica del 2 settembre 1992, p. 21, Spettacoli (Gualtiero Peirce).