cinema
cìnema s. m., invar. – Forma accorciata (sull’esempio del fr. cinéma) di cinematografo, penetrata largamente nell’uso così da soppiantare quasi interamente il termine originario (soprattutto nel sign. di sala cinematografica: andare al c.; un c. di prima visione; c. parrocchiale; c. all’aperto), e da alternarsi con cinematografia in alcune delle sue accezioni, sostituendola in altre nelle quali ha acquisito connotazioni proprie e più complesse. È di uso esclusivo per indicare: 1. La cinematografia come forma di rappresentazione, spec. in quanto essa, sfruttando le peculiari qualità del mezzo tecnico (immagine fotografico-dinamica, possibilità compositive del montaggio) ai fini della valorizzazione del contenuto, del soggetto, e della ripresa, è riconosciuta tra le più ricche e stimolanti manifestazioni artistiche del nostro tempo: il c. come decima musa; c. d’autore, c. d’attore; storia del cinema. 2. La produzione di film come prodotto commerciale, risultato del concorso di fattori diversi (finanziario, tecnologico, culturale, e inoltre creatività artistica, competenze specialistiche e artigianali), che, grazie all’immediatezza e all’espressività delle immagini in movimento, può essere consumato e apprezzato universalmente (proiettato nelle sale cinematografiche oppure diffuso mediante televisione) come comunicazione, espressione d’arte e svago: l’industria del c.; i problemi del c.; la crisi del c.; il mondo del c.; il c. russo, francese, polacco; il giovane c. americano; il c. neorealista italiano, e con riferimento al genere o alla qualità dei film prodotti, ai modi della realizzazione: c. muto, c. sonoro; il c. commerciale; c. d’essai; c. d’animazione; c. per ragazzi, c. documentaristico, ecc. 3. a. Cinema-verità, metodo di ripresa cinematografica, inaugurato e diffuso da cineasti sovietici negli anni ’20 del Novecento (kino-pravda), e adottato poi negli anni ’60 negli Stati Uniti d’America per compiere interviste tra la gente (nella strada, sui luoghi di lavoro, ecc.) senza avere preavvertito quanti vengono ripresi e interpellati e senza predisporre alcuna scena, con l’intenzione o la pretesa di eliminare ogni carattere di finzione e di rendere obiettivamente la realtà. b. Cinema nel cinema, locuz. che designa, in generale, la ripresa cinematografica di persone intente a girare un film, e in partic. i film ambientati nel mondo cinematografico, in cui gli attori interpretano sé stessi, con effetti comici, ironici o paradossali, spesso col fine di demistificare il carattere di finzione del cinema (ma anche con intento di autocelebrazione). 4. fig. Insieme di avventure, di peripezie: la mia vita è stata un c.; anche, situazione, luogo caratterizzato da originalità, bizzarria: è un c. continuo; questa casa è un vero c.; che cinema! ◆ Dim. cinemétto, cinemino, piccola sala cinematografica: un cinemetto parrocchiale; pegg. cinemàccio.