cingere
cìngere (ant. o poet. cìgnere) v. tr. [lat. cĭngĕre] (pres. io cingo, tu cingi, ecc.; pass. rem. cinsi, cingésti, ecc.; part. pass. cinto). – 1. a. C. di o con qualche cosa, avvolgere, circondare: c. le tempie di mirto; gli cinse il collo con le braccia; c. qualcuno alla vita; Cignesi con la coda tante volte ... (Dante); fece cigner la terra di fossi e di steccati (M. Villani); fig., c. una città d’assedio, assediarla. b. Con soggetto di cosa, circondare, girare intorno: una benda gli cingeva la fronte; la cintura le cingeva i fianchi; il muro che cinge l’orto; quindi anche abbracciare, comprendere in sé: Nel primo cerchio che l’abisso cigne (Dante). 2. a. ant. o letter. C. a qualcuno, mettere, legare intorno alla persona, a una parte del corpo: ella gli cinse una bella e leggiadra cinturetta d’argento (Boccaccio); c. la spada a qualcuno, appendergliela al fianco, e, per estens., far cavaliere: Urbano Questa spada mi cinse e me devoto Fe’ cavalier l’onnipotente mano (T. Tasso); poet., con lo stesso senso, c. della milizia: Poi seguitai lo ’mperador Currado, Ed el mi cinse de la sua milizia (Dante). b. Con sign. rifl., cingersi qualche cosa, mettersi sul capo o intorno alla vita: cingersi di (o con) un manto; cingersi il capo con una corona di fiori; fig. cingersi di alloro, raggiungere la gloria. Solo ant. cingersi la spada, appendersela con la cintura al fianco; fig., entrare nella milizia: voi torcete a la religïone Tal che fia nato a cignersi la spada (Dante). ◆ Part. pass. cinto, anche come agg. (v. cinto1).