circa
prep. e avv. [dal lat. circa «intorno a»]. – 1. prep., ant. Intorno a: Così di quelle sempiterne rose Volgìensi c. noi le due ghirlande (Dante). 2. avv. A un dipresso, quasi, su per giù (preposto a numeri per indicare quantità approssimativa): ci saranno c. dieci km; lungo c. venti braccia; una damigiana di c. 25 litri; avrà c. trent’anni. Può anche essere posposto al sostantivo: dieci km c.; di venti braccia c.; di 25 litri c.; tremila abitanti, o circa. Con lo stesso senso, i modi avverbiali in circa (ma più com. incirca, in grafia unita), all’incirca, a un bel circa: hai indovinato all’incirca; un uomo di trent’anni incirca. In matematica, e spesso anche nell’uso comune, circa si abbrevia col simbolo ~; per es.: ~ 50 (= circa 50); in altri casi, si abbrevia c. (nato c. 1320). 3. prep. Da sola o nella locuz. prepositiva circa a, significa anche «rispetto a, a proposito di, per quanto riguarda ...», in complementi d’argomento: c. quanto mi chiedi; c. al resto ne riparleremo; mi ha intrattenuto c. i suoi studî; c. al partire, siamo ancora indecisi. 4. Clausola c. (o assol. circa s. m.), nel linguaggio commerciale e di borsa, clausola con la quale nelle negoziazioni di merci o di titoli o di noleggi si lascia una tolleranza, entro i limiti fissati dagli usi, nella effettiva quantità da doversi consegnare o ricevere o nella fissazione del prezzo della cosa negoziata.