citrato
s. m. [der. di (acido) citr(ico), col suff. -ato; come citrico, il termine è stato coniato (fr. citrate) dal chimico fr. L.-B. Guyton de Morveau nel 1782]. – In chimica organica, sale dell’acido citrico, ottenuto sostituendo l’idrogeno di uno, due o tutti e tre i gruppi carbossilici dell’acido con un metallo; tra i varî tipi di citrato, molti hanno interesse industriale (spec. il c. di calcio), altri sono usati in medicina (c. di ferro, di ammonio, di magnesio), in altri ancora compaiono sostanze organiche a carattere basico (c. di cocaina, di neurina, ecc.). Nell’uso com. il termine indica in partic. il c. di magnesia effervescente, miscela granulare di carbonato di magnesio, acido citrico (o tartarico), bicarbonato di sodio e zucchero che, messa in acqua, dà vivace effervescenza: se ne ottiene una bevanda di sapore gradevole, con blande proprietà lassative.