classe
s. f. [dal lat. classis, di origine incerta]. – 1. Ciascuna delle cinque categorie in cui fu divisa, in base al patrimonio fondiario, la cittadinanza di Roma, nell’ordinamento timocratico introdottovi, secondo la tradizione, da Servio Tullio. 2. a. Nel linguaggio politico-economico, c. sociale (o assol. classe), ciascuno dei raggruppamenti d’individui che, all’interno di una società, manifestano comportamenti unitarî e specifici rispetto a quelli di altri raggruppamenti, dai quali si differenziano per una diversa collocazione nei confronti della ricchezza, del potere, del prestigio, ecc.: distinzione affermatasi soprattutto dopo la prima grande rivoluzione industriale, in cui, sulla decadenza della società feudale, si crearono nuove disuguaglianze e nuovi aggruppamenti, definiti in base alla fonte e alla dimensione del reddito (c. degli imprenditori, c. della nobiltà terriera, c. dei lavoratori, ecc.). In contrapp. a casta, ordine, corporazione (l’appartenenza ai quali avviene per nascita o per cooptazione), classe è quindi termine che caratterizza, anche per suggestione della letteratura socialista, i maggiori gruppi sociali costituenti le società industriali moderne (soprattutto capitalistiche); e ha accezione più generale di ceto in quanto non è fondata su funzioni produttive specifiche (mestieri, professioni, ecc.) o su particolarità meramente culturali, etniche, religiose, o di censo. Questo sign. più ampio consente anche di parlare di una c. dirigente, per indicare l’insieme dei gruppi che, per le cariche politiche o amministrative ricoperte, o per le posizioni occupate nei settori-chiave della vita economica e sociale del Paese, dispongono in questo dei poteri decisionali; e di una c. politica, nella quale si includono quanti detengono il potere e hanno le responsabilità politiche nel Paese. b. Nel pensiero di Marx, classe è una determinazione sociale che discrimina gli individui in base alla diversa loro collocazione riguardo alla proprietà dei mezzi di produzione e anche all’ideologia che da essa consegue: c. proprietaria, la borghesia capitalista e i proprietarî terrieri, con tutte le loro suddivisioni interne (borghesia finanziaria, commerciale, imprenditoriale, ecc.); c. proletaria, l’insieme di coloro che (occupati o disoccupati), non disponendo di mezzi di produzione, devono offrire sul mercato la propria forza-lavoro: in partic., c. operaia, l’insieme dei lavoratori salariati e direttamente produttivi la cui condizione di lavoratori di fabbrica permette una maggiore coesione politica (coscienza di c., v. coscienza, n. 2 b); lotta di c., il conflitto che in ogni società opporrebbe gruppi dominanti e gruppi dominati per il possesso dei mezzi di produzione, e spec. quello moderno tra borghesia capitalista e classe operaia; c. dominante, o egemone (cui si contrappone, in genere, il concetto di c. subalterne), l’insieme dei gruppi che detengono il potere economico e politico nonché l’egemonia culturale in una determinata società. c. Nelle teorie sociologiche contemporanee, l’insieme degli individui dotati di caratteristiche comuni (censo, istruzione, provenienza etnica, modelli di comportamento, e in partic. di consumo, ecc.) e che mostrino un sentimento di comunanza e di solidarietà e condividano una comune concezione della società: concetto che si preferisce oggi esprimere con i termini ceto e strato, e che tuttavia rimane ancora in uso nella locuz. classi medie (o c. media, per traduz. dell’ingl. middle class) per designare il vasto corpo sociale, fluido ed eterogeneo, che si colloca tra la borghesia capitalista e il proletariato, generalmente impiegato nel settore terziario o dei servizî ma che comprende anche larghi strati di operai specializzati, tecnici intermedî, ecc. 3. In etnologia, c. matrimoniali, le suddivisioni esogamiche (comunem. in numero di due) in cui si ripartisce la tribù: istituzione largamente sviluppata nelle società totemistiche delle due Americhe, della Melanesia e dell’Australia, più raram. in Africa; classi di età, associazioni obbligatorie esistenti presso alcuni popoli dell’Africa settentr., di cui entrano a far parte collegialmente, per lo più all’epoca della pubertà, i maschi della tribù. 4. a. Nella terminologia scient., una delle grandi divisioni in cui vengono raggruppati gli animali, le piante, le forme cristalline, ecc. Più specificamente, in zoologia, gruppo della classificazione di rango inferiore al tipo e superiore all’ordine (per es., la classe degli insetti, o dei mammiferi, uccelli, ecc.); in botanica, categoria compresa tra la divisione o phylum e l’ordine (es., le dicotiledoni); in cristallografia, ciascuno dei 32 raggruppamenti delle forme dei cristalli stabilito in base ai 32 gradi di simmetria possibili. b. In astronomia, c. spettrale, l’insieme di tutte le stelle che presentano caratteristiche spettrali pressappoco uguali. 5. In matematica, in senso generico, sinon. di insieme, aggregato, collezione, sistema (per es., la c. degli automorfismi interni di un gruppo, la c. delle cubiche sghembe dello spazio ordinario, ecc.). In senso specifico, con riferimento a una curva algebrica piana, classe determina il numero delle tangenti alla curva che si possono condurre da un punto generico del suo piano; con riferimento a una superficie algebrica, determina il numero dei piani tangenti alla superficie passanti per una retta generica (si dirà quindi curva di classe 1, di classe 2, ecc., e rispettivam. superficie di classe 1, 2, ecc., a seconda che le rette o i piani tangenti siano 1, 2 o più). 6. Categoria in genere, aggruppamento di cose simili o comunque affini; per es., di codici e opere, secondo determinati criterî, in archivî e biblioteche; anche di persone: la c. di lettere, la c. di scienze morali e storiche, alle quali sono assegnati, in base alla competenza, i membri di alcune accademie. Con accezioni più specifiche: a. Nella grammatica greca, ognuno degli otto aggruppamenti nei quali si collocano i verbi in base alle loro caratteristiche formali (classificazione tradizionale e diffusa nelle scuole, ma senza fondamento scientifico). Più genericam., insieme di elementi linguistici che hanno alcune proprietà in comune; così, per es., nelle descrizioni grammaticali, i raggruppamenti di aggettivi e nomi in base alle loro caratteristiche morfologiche. b. Nell’estimo catastale, ciascuna delle categorie in cui vengono distinti i terreni aventi la stessa qualità di coltura e destinazione, in base al diverso grado di produttività o alla diversa rendita netta. c. In statistica, ogni gruppo di elementi che presentino la stessa modalità di un carattere qualitativo, oppure lo stesso valore numerico di un carattere quantitativo. d. In marina e in aeronautica, ciascuna delle categorie in cui le navi o gli aeromobili civili vengono iscritti, in base alle loro caratteristiche e a garanzia della rispondenza alle relative prescrizioni di sicurezza. e. Nello sport, talvolta, sinon. di categoria: c. di automobili, ammesse a una corsa, secondo il tipo di cilindrata; c. d’imbarcazioni, di determinata stazza o attrezzatura. 7. Nell’esercito, l’insieme dei soldati della stessa leva: chiamata, richiamo, congedo di una c.; appartenere alla c. del 1921, del 1930, ecc. 8. a. Unità elementare di una scuola, risultante dal raggruppamento degli alunni che seguono lo stesso programma: frequentare la prima, la seconda c.; essere promosso alla c. successiva; ripetere la classe. C. aggiunte o collaterali, quelle istituite per fronteggiare l’eccedenza della popolazione scolastica; classi pilota, quelle istituite dal ministero della Pubblica Istruzione nell’àmbito dell’istruzione secondaria superiore allo scopo di sperimentare contenuti e metodologie speciali di insegnamento scientifico; c. sperimentali, denominazione corrente di quelle classi in cui si attuano, previa autorizzazione del ministero della Pubblica Istruzione, innovazioni didattiche sulla base di circostanziati programmi di sperimentazione. b. Il complesso degli alunni che frequentano una classe: c. maschile, c. femminile, c. mista; una c. attenta; una c. di fannulloni. c. L’aula che accoglie gli alunni per le lezioni: entrare in c.; una c. spaziosa. 9. Ciascuno dei reparti in cui si suddividono i treni ferroviarî, le navi per passeggeri, e gli aerei di linea, secondo che abbiano maggiori o minori comodità o che siano arredati con più o meno lusso, differenziati anche nel costo del biglietto di viaggio: viaggiare in prima, in seconda c.; le carrozze di seconda c. erano affollatissime (spesso è sottinteso il sost.: viaggiare in prima; biglietto di seconda); le vecchie vetture di terza c. (ora abolita), nei treni; una cabina di seconda c.; viaggiare in c. turistica. Anche negli ospedali: la c. dei paganti. 10. a. Dal senso generico di categoria hanno origine le locuz.: di classe, di gran c., di ottima qualità, di gran pregio: un pittore, un avvocato, un corridore di c., una donna di c., un abito di c., un liquore di gran c. (con sign. sim., ma spesso ironico, di prima c.: un chirurgo di prima c.; anche con senso peggiorativo: un mascalzone di prima c.); fuori classe, eccellente, straordinario: v. fuoriclasse. b. Più particolarm., nel linguaggio sport., la singolare abilità di un atleta nella pratica di uno sport: un giocatore che ha classe; ha mostrato oggi tutta la sua c.; atleta di c. internazionale, che appare degno di partecipare a competizioni internazionali. 11. letter. Flotta, armata navale: Le poppe volgerà u’ son le prore, Sì che la c. correrà diretta (Dante). ◆ Dim. classétta, classettina; pegg. classàccia (tutti con riferimento quasi esclusivo alle classi scolastiche).