classicismo
s. m. [der. di classico]. – 1. Aderenza d’uno scrittore, d’un artista, d’uno stile, al gusto e agli atteggiamenti che furono proprî dell’arte e del mondo classico: il c. del Foscolo, del Canova; il c. dell’architettura palladiana; c. di forme in un gruppo marmoreo. In partic., il termine è usato per designare l’indirizzo spirituale e culturale cui si contrappone il romanticismo e, più concretam., l’insieme degli scrittori e artisti che lo realizzano storicamente: la polemica ottocentesca tra c. e romanticismo. 2. Complesso di concetti teorici e di norme pratiche desunti dagli antichi Greci e Romani e applicati alla composizione e al giudizio delle opere d’arte, che, a partire dal Rinascimento italiano, furono proposti come modelli da seguire, nell’illusione di poter razionalmente determinare una volta per tutte i canoni del bello; in seguito il razionalismo cartesiano ne ha sistemato rigorosamente i precetti, e dalla Francia il classicismo si è diffuso in tutta l’Europa, fino al romanticismo. Superate infine le posizioni storiche e polemiche del classicismo e del romanticismo, il termine è rimasto a indicare sia un atteggiamento spirituale (equilibrio tra fantasia e realtà, tra spontaneità e riflessione, ecc.), sia la cura dell’espressione formale (sobrietà, decoro, proporzione, che sono i caratteri salienti delle forme espressive dell’arte antica).