claudicanza
s. f. La condizione umana interpretata come percorso perfettibile, a partire dalle ferite interiori e dalle lesioni spirituali che ciascun individuo porta inevitabilmente in sé e con sé. ◆ «Oggi però c’è un fortissimo interesse per questa disciplina [la Qabbalà, ndr]. Perché?» «Credo per due motivi, o meglio per due parole. La prima è “claudicanza”, un termine che viene dalla patologia medica. La Qabbalà ci riporta a un principio di claudicanza, la perfettibilità intesa come percorso. Mi si dirà che non sempre la via è percorribile, che esistono delle lesioni irrimediabili. E io invece rispondo che sono proprio le menomazioni, le pecche, i difetti congeniti, le ferite interiori a renderci spiritualmente forti e ambulanti, in cammino. La claudicanza dunque fa parte della nostra integrità. La considero cifra dell’umanità, condizione comune a tutto il genere umano». (Walter Mariotti intervista Haim Baharier, Panorama.it, 13 agosto 2012, Cultura) • «C'è una parola che mi frulla nella testa e che ho ritrovato spesso nei suoi discorsi: "claudicanza". Cos'è la claudicanza?» «Di solito è lo zoppicare. Da bambino avevo scarpe che mi stringevano provocando una forma di claudicanza», mi dice Haim. «Possiamo dunque immaginare la claudicanza come un difetto del nostro corpo? Una condizione di cui vergognarsi?» «Non è in questo senso che va intesa. Essa ci mette di fronte alla nostra fragilità. Ci ridimensiona. Ma al tempo stesso ci indica un percorso. Lo si legge nella Torah e in particolare nella Genesi, dove è chiaro che la claudicanza non rinvia all'imperfezione ma alla perfettibilità». (Antonio Gnoli intervista Haim Baharier, Repubblica.it, 10 agosto 2015, Cultura) • «Che lezione si porta dietro alla stagione numero 60?» «Credo nella teoria ebraica della claudicanza. Si cade e ci si rialza. È solo inciampando che si cresce». (Malcom Pagani intervista Luca Barbareschi, Fatto Quotidiano.it, 31 luglio 2016, Cultura).
Derivato dal v. claudicare con l’aggiunta del suffisso -anza.
Neologismo d’autore, coniato da Haim Baharier (Parigi, 1947), psicoanalista, matematico, maestro di ermeneutica ed esegesi biblica.