clausola
clàuṡola (ant. clàuṡula) s. f. [dal lat. clausŭla, der. di claudĕre «chiudere»]. – 1. a. Conclusione di uno scritto, di una lettera e sim.; chiusa di un periodo, o di un membro del periodo, spec. con riguardo all’ordine delle parole e al ritmo, soprattutto nella prosa d’arte antica; c. ritmica, parte finale di una proposizione o di un periodo dell’antica prosa d’arte, considerata dal punto di vista del ritmo dato dalla successione di sillabe lunghe e brevi variamente unite a formare piedi metrici nella prosa greca e latina, e dalla varia combinazione di sillabe toniche e atone nella prosa medievale (nella quale prese il nome di cursus). b. In diplomatica, sono così chiamate le formule finali del documento medievale, comprendenti le espressioni che sanciscono l’osservanza dell’atto e quelle che enunciano la formale autenticità del documento. 2. In musica: a. Nella polifonia primitiva, o ars antiqua (sec. 12°), passo polifonico di senso compiuto, costituente la formula conclusiva di un canto gregoriano (graduale, alleluia, ecc.) eseguito coralmente all’unisono. b. Nella polifonia cinquecentesca, parte per lo più terminale di una frase musicale equivalente all’incirca all’odierna cadenza. 3. a. Proposizione che s’inserisce in un contesto per restringere o allargare il senso di quanto è detto precedentemente; in partic., ciascuna delle proposizioni di un atto o contratto: c. compromissoria, c. di non concorrenza; c. di risoluzione, ecc. C. della nazione più favorita, clausola (di solito inserita in un più vasto accordo), con la quale uno stato si obbliga a far beneficiare un altro stato dei più favorevoli trattamenti che esso eventualmente concederà in una determinata materia a uno o più altri stati. b. estens. Riserva, condizione. 4. In diritto: c. oro, clausola con la quale, a tutela del creditore contro possibili mutamenti del valore della moneta, si stabilisce in un contratto che il pagamento debba essere fatto in oro (c. oro-corso) o in moneta legale ragguagliata all’oro o a una moneta straniera (c. oro-valore); c. penale, dichiarazione contrattuale con cui si conviene che, in caso d’inadempimento o di ritardo nell’adempimento del contratto, uno dei contraenti è tenuto a una determinata prestazione; c. provvisionale (o semplicem. clausola), dichiarazione del giudice di provvisoria eseguibilità della sentenza civile ancora soggetta ad appello; c. risolutiva espressa, esplicita previsione che il contratto si risolverà nel caso che una determinata obbligazione non sia adempiuta secondo le modalità stabilite; clausole d’uso, quelle che le parti non hanno incluso nel contratto, ma che tuttavia sono normalmente praticate dalla generalità. ◆ Dim. clauṡolétta.