clinica
clìnica s. f. [femm. sostantivato dell’agg. clinico; cfr. lat. clinĭce, gr. κλινική (τέχνη)]. – 1. Propr., in origine, l’arte di curare il malato a letto; quindi, nell’accezione com., la parte delle scienze mediche indirizzata allo studio diretto del malato e al conseguente trattamento terapeutico; a seconda che questo sia di natura medica o chirurgica, si distingue in due grossi rami relativamente autonomi: c. medica (con varie specializzazioni: c. pediatrica, c. dermosifilopatica, c. neurologica e psichiatrica) e c. chirurgica (con le specializzazioni: c. oculistica, c. otorinolaringoiatrica, c. ostetrico-ginecologica); altre specialità: c. tisiologica, c. delle malattie tropicali, c. ortopedica e traumatologica, c. urologica, c. odontoiatrica. 2. Luogo destinato allo studio delle scienze mediche e alla cura degli infermi; in senso lato è quindi sinon. di ospedale, mentre in senso stretto indica le case di cura private e spec. gli istituti universitarî che hanno anche il compito di addestrare gli studenti di medicina e sono pertanto attrezzati con laboratorî, aule, sale di dimostrazione, ecc.: c. ginecologica, chirurgica, ortopedica, ecc.; farsi ricoverare in c. per alcune analisi. 3. Con uso estens., il termine è talora applicato a luoghi di cura per animali (per es., c. dei cani), e persino, nel linguaggio pubblicitario, a laboratorî di riparazione di determinati prodotti industriali (per es., c. delle bambole, c. dell’accendino e della pipa, c. della scarpa, ecc.).