clonazione
clonazióne s. f. [der. di clone]. – 1. In biologia, la riproduzione agamica, naturale o artificiale, di individui o cellule con identico patrimonio genetico (cloni): sono esempî di clonazione naturale la propagginazione di una pianta (riproduzione per talea) o la riproduzione per scissione di protozoi, platelminti, anellidi, ecc. Esperimenti di clonazione per manipolazione genetica consistono nella riproduzione di un essere vivente, senza ricorrere alla fecondazione, mediante l’inserimento del nucleo di una cellula somatica in una cellula uovo priva di nucleo di un organismo della stessa specie; tali esperimenti sono stati effettuati con successo sia negli anfibî (rane) sia nei mammiferi (pecore). Per estens., c. del DNA, sistema per ottenere molte copie di un tratto di DNA inserendolo in un batterio mediante l’uso di vettori molecolari (plasmidî o batteriofagi). Queste manipolazioni genetiche permettono di utilizzare colture batteriche per la sintesi di proteine utili, quali l’insulina, l’interferone, gli ormoni della crescita. 2. In senso estens. e fig., riproduzione, o contraffazione, in forma identica e con le medesime qualità e caratteristiche, di un modello originale, spesso per scopi illegali (v. clonare, nel sign. 3).