club
s. m. [dall’ingl. club, che significò prob., in origine, «nodo, viluppo di persone»] (pron. ingl. ‹klḁb›, con la forma del plur. clubs ‹klḁb∫›; è diffusa, inoltre, una pron. ‹klöb›, che riproduce un adattam. francese della pron. ingl.). – Circolo, associazione i cui membri, legati da interessi comuni, si riuniscono in uno stesso luogo; si distinguono club di carattere politico (i c. dei giacobini, dei cordiglieri durante la rivoluzione francese), ricreativo o sportivo (i c. dei giocatori di scacchi, il Club Alpino Italiano), o anche solo di ritrovo, con servizî e impianti di ristorante, piscina, attrezzature sportive, sale di lettura e di conversazione. Anche i locali stessi in cui ha sede il club: cenare al c.; assistere a un incontro di tennis al club. Nel linguaggio giornalistico, il termine è talora esteso a indicare gruppi o organismi, anche a carattere internazionale, non istituzionalizzati ma esistenti di fatto, come per es. il club atomico, cioè il gruppo delle nazioni che posseggono le armi nucleari e ne hanno il controllo. Con il sign. di circolo, club è presente anche, come secondo elemento, in alcuni composti: per es., aeroclub, cineclub (v. le singole voci).