collocamento
collocaménto s. m. [der. di collocare]. – 1. L’atto, l’operazione di collocare: c. delle rotaie lungo il tracciato della ferrovia; c. delle figure in una pittura, delle parole nella frase; c. a riposo d’un impiegato; c. in congedo, in aspettativa. 2. a. Il fatto di procurare, o di assumere, un’occupazione, un ufficio, un impiego, come inizio di un rapporto di lavoro subordinato: offrire, trovare un buon c.; ufficio di c., organo statale che funge da intermediario tra prestatore d’opera (che deve iscriversi nelle liste di c.) e imprenditore (obbligato, salvo eccezioni, ad assumere i proprî dipendenti tra gli iscritti nelle liste); la stessa funzione di intermediario, ma senza particolari obblighi, svolge l’agenzia di collocamento. b. Ormai solo ant., sistemazione di una ragazza mediante matrimonio o monacazione: non ha saputo dare a sua figlia un buon c.; la badessa e alcune altre monache ... corrisposero pienamente all’intenzioni che il principe aveva lasciate trasparire sul c. stabile della figliuola (Manzoni). 3. Nel linguaggio banc., investimento, piazzamento: c. di risparmî, di titoli; società di c. (locuz. corrispondente all’ingl. investment trust), quella che investe i suoi capitali in titoli industriali, accuratamente scelti tra i più sicuri e redditizî, in modo da offrire ai singoli risparmiatori investimenti convenienti; sindacato di c., associazione in partecipazione avente per oggetto il collocamento di titoli di credito emessi da una società, da un ente pubblico o privato.