collotortismo
s. m. (iron. spreg.) Ostentazione interessata di una religiosità conformistica e bigotta. ◆ Il fronte astensionista si è arricchito ultimamente dell’apporto di un pezzo di An e della Lega, partito tradizionalista ma non certo vicino al Vaticano. «Ritengo preferibile la iattanza leghista da suburra reazionaria, sanfedista alla maniera dei seguaci del cardinale [Fabrizio] Ruffo, o quella da esercito di zuavi pontifici che torna a farsi strada con [Gianni] Alemanno e altri in An, al collotortismo menzognero che, nell’Unione, rischia fortemente di paralizzare o neutralizzare il riflesso laico e civile dei Ds e della componente comunista dell’Unione, di ingannare e disorientare l’immensa maggioranza degli elettori laici, margheriti compresi» [Marco Pannella intervistato da Maria Grazia Bruzzone]. (Stampa, 10 maggio 2005, p. 11, Interno).
Derivato dal s. m. collotorto con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nel Corriere della sera del 26 settembre 1994, p. 2, In primo piano (Guido Credazzi).
V. anche baciapilismo.