colombo1
colómbo1 s. m. (f. -a) [lat. colŭmbus]. – 1. a. Uccello dell’ordine colombiformi, con varie specie domestiche e selvatiche; hanno tronco relativamente corto e tozzo, becco abbastanza lungo, membranoso alla base, tarsi corti per lo più non coperti di piume; le specie selvatiche della fauna italiana sono la colombella, il colombaccio e il c. torraiolo. C. viaggiatori, particolare gruppo di colombi appartenenti a razze diverse, simili al torraiolo, ma più forti e grossi, usati sin dai tempi più remoti per il trasporto in volo di messaggi, per la capacità che questi uccelli hanno di orientarsi e ritrovare il nido anche se portati a grandi distanze. b. Mentre nel linguaggio com. è più frequente in senso proprio il nome di piccione, si preferisce colombo in alcuni usi fig.: è un c., di uomo semplice, innocente, ingenuo; i due c., sembrano due c., e sim., di due innamorati. Poco com., colombo di gesso, chi in una conversazione fa la parte del personaggio che non parla (propr., un colombo fatto di gesso che si usa collocare fuori delle colombaie allo scopo di attirare in esse i piccioni). 2. C. torraiolo: colombo selvatico (Columba livia), considerato la specie progenitrice di tutte le razze domestiche di colombi; abita tutta l’Europa, l’Asia, l’Africa occid. e settentr. e le coste del Mar Rosso, vivendo e nidificando in società sulle rupi, ma anche nei buchi di vecchie torri abbandonate (donde il nome) e di altri edifici: ha colore cenerino, con due strisce nere sulle penne copritrici e le remiganti secondarie, collo cangiante per riflessi verdi e rosso violacei. In passato molto apprezzato e ricercato per l’esercizio del tiro a volo. ◆ Dim. colombino.