colonna
colónna s. f. [lat. colŭmna]. – 1. a. Elemento verticale, a sezione per lo più circolare e composto di base, fusto e capitello, atto a resistere al peso di elementi sovrastanti (muro, solaio, tetto, arco, volta) e adoperato anche in funzione decorativa: c. di pietra, di marmo, di travertino; le c. di un tempio, di un palazzo, di un portico; c. accoppiate, appaiate, binate; c. scanalata, a spirale; c. tortile (o c. tòrta, o anche a tortiglione), col fusto ritorto a spirale; c. rudentata, con scanalature riempite fino a un terzo dell’altezza da bastoncini detti rudenti; c. bugnata (o rustica), con fusto rivestito di bugne; c. a balaustra, dal fusto a profilo mosso, variamente sagomato, come avviene spesso nel balaustro; c. coclide, con scala interna a chiocciola (v. anche coclide). Può essere anche isolata, posta come monumento in una piazza o altro luogo pubblico: C. Traiana e C. Antonina, a Roma; C. Vendôme, a Parigi; ha altra funzione la c. spezzata, che si mette, con valore simbolico, sulla tomba di persona morta immaturamente o tragicamente. b. Cippo a cui si legavano un tempo le persone messe alla berlina, detto anche c. d’infamia; e la berlina stessa. C. infame fu invece detta quella eretta a monumento d’infamia (e in partic. quella fatta erigere dal governatore di Milano in ricordo del processo agli untori svoltosi nel 1630, che il Manzoni narra nell’opera intitolata Storia della colonna infame, da lui pubblicata come appendice ai Promessi Sposi). c. fig. Colonne d’Ercole, i monti Abila e Calpe, ai lati dello stretto di Gibilterra, dove Ercole, secondo la leggenda, fissò i limiti oltre i quali nessun navigante sarebbe dovuto andare; anche in senso traslato: le c. d’Ercole dell’arte, della scienza, della politica, i limiti invalicabili. 2. estens. Sostegno di qualsiasi forma, anche non cilindrica; nell’uso letter. e poet., sostegno in genere, spec. nella locuz. far colonna, sostenere, far c. di qualcosa, servirsene come appoggio: Gentil ramo ove piacque ... A lei di fare al bel fianco colonna (Petrarca). Fig., sostegno morale: essere la c. della casa, della famiglia, dell’azienda; noi siamo le c. dell’università, in canti goliardici. 3. Con più accezioni nel linguaggio di marina: a. Nell’attrezzatura navale, sulle navi dotate di numerosi boccaporti, tipo di albero da carico posto lateralmente alla mastra del boccaporto (c. di carico); posizionata simmetricamente su ambo i lati consente, lavorando in coppia, un più rapido scarico e carico della stiva rispetto all’albero da carico tradizionale. b. Nella costruzione navale, supporto verticale o montante della invasatura che sostiene la carena dello scafo sovrastante; inferiormente appoggia sulle traverse o vasi e superiormente culmina con le mensole o ventriere. c. Negli arredamenti portuali, c. d’ormeggio, pilastro in ghisa o in pietra che, posizionato sui muri di sponda dei moli e delle calate, serve per fissarvi i cavi di ormeggio delle navi; sono colonne d’ormeggio le bitte, i bittoni, ecc. (è detta anche cannone d’ormeggio, perché in passato costituita talvolta da un vecchio cannone dismesso). 4. a. Nome generico di tubi o recipienti per lo più di forma cilindrica e disposti verticalmente, destinati a contenere o a dare passaggio a sostanze varie, e anche le sostanze stesse che vi si trovano o che li attraversano: c. d’acqua, d’aria; c. di mercurio, nei barometri, termometri, manometri; c. montante, tubazione verticale destinata a convogliare ai varî piani di un edificio un fluido (acqua potabile, acqua per termosifoni, gas), e, per analogia, cavo verticale per l’adduzione dell’energia elettrica ai varî piani di un fabbricato; c. idraulica, apparecchio a braccio che riforniva d’acqua i tender delle locomotive a vapore, nelle stazioni ferroviarie. b. Nella chimica industriale, apparecchio verticale in cui si fa avvenire l’incontro tra fluidi diversi, facendoli muovere in controcorrente e favorendone il contatto con l’interposizione di piatti di forma opportuna (c. a piatti), col riempimento della colonna con materiale inerte di forma diversa (c. a riempimento) o con la nebulizzazione di uno dei fluidi (c. vuota o a spruzzo). A seconda del tipo di operazione che vi si fa avvenire si parla poi di c. di lavaggio, c. di essiccamento, c. di distillazione o rettifica, ecc. 5. a. Pacchetto di composizione tipografica non ancora ridotto a giustezza di pagina: composizione in colonna; bozze in colonna, ricavate dai pacchetti di composizione. b. Divisione verticale d’un foglio bianco o d’una pagina di stampa o manoscritto: scrivere nella prima, nella seconda c.; un quotidiano su 7, su 8, su 9 c.; un articolo in prima pagina, con titolo su 6 c. in caratteri di grande evidenza; un dizionario di 3000 pagine su 2 c. (nelle citazioni di stampati, colonna si abbrevia in col., il plur. in col. o coll.). c. Serie di parole, di numeri, scritti l’uno sotto l’altro: scrivere (o mettere) in colonna, allineare uno sotto l’altro numeri o parole, o righe intere; la c. delle unità, delle decine, delle centinaia; la prima, la seconda c., la c. vincente, nelle schede del totocalcio e sim. d. In contabilità, c. del dare e c. dell’avere, le due parti di un conto; nei conti bancarî si chiama in partic. c. maggiore o minore quella che in un determinato periodo presenta un movimento maggiore o minore dell’altra. e. Nel gioco degli scacchi, l’insieme di otto case disposte verticalmente; c. aperta, se su di essa non si trovano pedoni, ciò che dà la massima efficacia all’azione delle torri. f. Nelle schede meccanografiche, ciascuna delle linee verticali parallele in cui è suddivisa una scheda, che vengono via via perforate dalla macchina perforatrice con un unico foro, in varia posizione, per indicare i diversi caratteri numerici, o con due o tre fori sovrapposti, anch’essi in varia posizione, per i caratteri alfabetici e per altri segni (punteggiatura, ecc.). g. Nella tecnica cinematografica: c. sonora, insieme di suoni che, codificati e incisi otticamente o magneticamente su parte del film o del videonastro, restituiscono l’effetto sonoro della scena (ma nell’uso comune è detta c. sonora anche la sola musica di un film nella sua autonomia); per c. dolby stereo, v. dolby; c. effetti, c. dialogo, c. musica, colonne particolari che, fuse insieme (missaggio), formano la colonna sonora; c. guida, colonna sonora registrata in presa diretta senza particolari accorgimenti, solo utile a seguire i dialoghi in sede di montaggio o doppiaggio; c. visiva, zona della pellicola che contiene la successione dei fotogrammi; nel formato normale è larga 21 mm. h. In geologia, c. stratigrafica, la rappresentazione grafica della successione dei tipi litologici di un certo tratto della superficie terrestre; l’utilizzazione delle colonne stratigrafiche è fondamentale, per es., nella ricerca di falde acquifere e nelle prospezioni minerarie e petrolifere. 6. Schiera o fila di persone o veicoli, di solito in movimento: una lunga c. di dimostranti; una c. d’automobili; una c. di automezzi di soccorso; una c. di ciclisti; procedere in colonna. Nell’antica marineria velica, formazione a colonna, formazione in linea di fila. Nella terminologia milit.: a. Formazione in ordine chiuso delle minori unità, nelle quali gli elementi sono posti uno dietro l’altro in modo che i lati siano più lunghi della fronte: essere, mettersi, disporsi in c.; una c. serrata; la testa, la coda della c.; spiegare la c., mettersi in linea. b. Uno o più reparti riuniti per muovere su uno stesso itinerario o per compiere le stesse azioni: una c. in marcia (con sign. specifico, c. di marcia, complesso di unità e mezzi percorrente un itinerario agli ordini di un solo comandante); ricongiungimento di due c.; scontro con una c. nemica; c. volante, adatta a spostamenti rapidi; colonne d’attacco, destinate ad attaccare successivamente le posizioni nemiche. c. Con uso fig., quinta c., complesso di persone che, all’interno di un paese, agiscono d’accordo col nemico, o comunque in favore di un paese o di un governo straniero, a cui sono in genere legate da interessi o ideologie comuni (espressione usata la prima volta dal generale franchista E. Mola Vidal che nel 1936, attaccando Madrid con quattro colonne, disse alla radio di averne una quinta in Madrid stessa, pronta ad agire). 7. In anatomia, organo, elemento morfologico o struttura di forma più o meno cilindrica o allungata: c. carnose, formazioni muscolari cilindriche nella cavità del cuore; c. rettali di Morgagni e colonne della vagina, pieghe della mucosa del retto e della vagina; c. vertebrale (detta anche spina dorsale, o rachide), l’insieme delle vertebre, del sacro e del coccige formanti una catena articolata che costituisce il sostegno principale del corpo dell’uomo e di molti animali (chiamati perciò vertebrati). 8. In botanica, organo che sta al centro del fiore delle orchidacee e che risulta dal concrescimento dello stilo con i filamenti staminali; è sinon. di ginostemio. 9. Nella contabilità mercantile marittima di bordo, scorta di denaro liquido che il capitano di una nave riceve dall’armatore per le spese del viaggio. 10. ant. a. L’insieme di più luoghi (v. luogo, n. 7) o azioni del Banco di S. Giorgio intestati a una stessa persona. b. Antica forma di società (detta più propriam. contratto di colonna) che fiorì, nel medioevo, nei luoghi di commercio marittimo, dove il padrone della nave o capitano, i marinai e uno o più commercianti che rimanevano a terra per i lavori di scarico e compravendita delle merci, mettevano in comune il lavoro, la nave con gli accessorî, e la merce o il capitale, per dividerne il guadagno derivato secondo i piani prestabiliti. c. Nome di particolari associazioni di capitale, su base familiare e a responsabilità illimitata, che si dedicarono principalmente all’esercizio del credito e di cui si ebbero i primi esempî a Siena. 11. Nella ginnastica, esercizio a terra, in cui l’atleta stando supino e tenendo le mani ai fianchi, solleva le gambe unite e tese in posizione verticale. ◆ Dim. colonnétta, colonnina (v.), colonnino m. (v.), e con accezioni partic. colonnèllo m. (v. colonnello2); spreg. colonnùccia; pegg. colonnàccia. TAV.