colorare
v. tr. [lat. colōrare] (io colóro, ecc.). – 1. a. Dar colore, tingere con uno o più colori: c. un quadro, le varie parti di un disegno; c. di giallo, di verde (meno com. c. in giallo, in verde); c. a tempera, a olio; c. con il pennarello; lo strazio e ’l grande scempio Che fece l’Arbia colorata in rosso (Dante). Anche, suscitare la sensazione del colore: la luce colora gli oggetti. b. Con la particella pron., colorarsi, prendere colore, assumere un determinato colore: al contatto di un acido, la cartina al tornasole si colora di rosso; con usi fig.: Ma la vita mortal, poi che la bella Giovinezza sparì, non si colora D’altra luce giammai, né d’altra aurora (Leopardi); colorarsi di giallo, di fatti o situazioni che si presentano più intricati o misteriosi di quanto non paressero all’inizio: qui la faccenda si colora di giallo. In partic., arrossarsi in volto: una scarna faccia simpatica, mobile, pronta a colorarsi e a scolorarsi (Fogazzaro). 2. fig. a. letter. Ornare, abbellire l’espressione, conferirle vivacità: c. le frasi. b. Presentare sotto un aspetto diverso dal reale, più favorevole, più giusto, più onesto: saper c. bene una menzogna. ◆ Part. pres. colorante, anche come agg. e s. m. (v. la voce). ◆ Part. pass. colorato, anche come agg. (v. la voce).