coma3
còma3 s. m. [dal gr. κῶμα -ατος «sonno»], invar. – Stato di completa perdita della coscienza, della motilità volontaria e della sensibilità, con conservazione, parziale o totale, delle funzioni vegetative (circolazione, respirazione, digestione, termogenesi, ecc.): essere, cadere in coma; può essere conseguenza o complicazione di varî processi morbosi, di traumi cranici, di intossicazioni, ecc., e si denomina in rapporto alla sede o alla natura della causa determinante: c. cerebrale, c. epatico, c. tossico, c. diabetico, c. ipoglicemico o insulinico, c. uremico. A seconda della gravità e dell’andamento si distinguono: c. vigile, in cui energiche stimolazioni possono indurre un temporaneo, parziale ripristino della coscienza; c. poco profondo, con persistenza degli ordinarî riflessi e più difficile attenuazione del torpore; c. profondo, con scomparsa dei riflessi e compromissione cardiocircolatoria; c. dépassé (fr., propr. «superato»), in cui è scomparsa l’attività elettrica cerebrale (elettroencefalogramma piatto), e una limitata sopravvivenza è realizzabile solo con mezzi di rianimazione; c. protratto, quando la parziale conservazione delle sole funzioni vegetative consentono una sopravvivenza di settimane e di mesi, con una relativa autonomia dai mezzi di assistenza.