combustibile
combustìbile agg. e s. m. [dal fr. combustible, der. del lat. combustus, part. pass. di comburĕre «bruciare»]. – 1. agg. Che può bruciare, atto alla combustione: materie combustibili. 2. s. m. a. Sostanza capace di fornire energia termica per combustione: c. naturali, artificiali; c. solidi, liquidi, gassosi; rifornire di c.; esaurire il combustibile. I combustibili naturali solidi (legna, carboni fossili, scisti e calcari bituminosi, ecc.) e quelli artificiali solidi (carbone di legna, coke, ecc.) vengono utilizzati per la distillazione, la gassificazione e, su larga scala, per la combustione diretta; i combustibili liquidi naturali (petrolio, bitumi) e artificiali (derivati della lavorazione del petrolio, olî vegetali, alcole metilico, ecc.), caratterizzati da un più elevato potere calorifico, trovano impiego negli impianti a focolare e nei motori a combustione interna; l’uso dei combustibili gassosi (gas d’altoforno, gas dei forni a coke, ecc.), per l’elevato rendimento e per la comodità dell’uso e del trasporto va estendendosi sempre più nelle applicazioni domestiche e in quelle industriali. b. C. nucleare, sostanza atta ad essere utilizzata nei reattori nucleari per la produzione di energia termica da reazioni di fissione. Ciclo del c. nucleare, l’insieme delle operazioni che ha inizio con la prospezione dei minerali uraniferi e la coltivazione dei giacimenti, prosegue con la raffinazione e l’arricchimento dell’uranio e termina con il «ritrattamento» del combustibile irraggiato nei reattori e con l’eliminazione delle scorie radioattive.