commerciale
agg. [dal lat. tardo commercialis, attrav. il fr. commercial]. – 1. Attinente al commercio in senso lato: attività c.; il settore c.; impresa, azienda, società c.; imprenditore c., espressione che nel linguaggio giur. attuale indica la figura del commerciante; diritto c., disciplina giuridica, in origine diritto autonomo e dal 1942 sezione del diritto civile (autonomo tuttavia come materia d’insegnamento universitario e come campo di attività professionale), che comprende le norme giuridiche relative a tutte le attività commerciali; pubblicità c.; contabilità, corrispondenza c.; lettere c.; istituto tecnico a indirizzo c., scuola secondaria superiore in cui ci si diploma perito commerciale, ossia ragioniere; direzione c., ufficio c., sezione di un’azienda di produzione che si occupa delle attività di acquisto o, soprattutto, di vendita; valore c. di un oggetto, il prezzo che esso ha o può avere sul mercato, come oggetto cioè di compravendita; busta c., del formato (ora non più regolamentare nel servizio postale) di 15,5×12,2 cm; carta c., carta a quadretti, particolarmente adatta a operazioni di calcolo (con altro sign. nel linguaggio bancario, in contrapp. a carta finanziaria, l’insieme delle cambiali in portafoglio, nascenti dal regolamento di rapporti commerciali e aventi quindi alla base un credito effettivo); banche c., in genere soltanto le banche ordinarie o di deposito e sconto, ma secondo alcuni tutti gli istituti di credito a breve termine e quindi anche le banche di emissione. Con accezione partic., velocità c., nella tecnica dei trasporti e nelle ferrovie, v. velocità. 2. fig. Riferito a prodotti dell’industria, di qualità ordinaria, non pregiata, andante: mobili c., vini c., confezioni c., o di tipo commerciale. In senso più spreg., di opera dell’ingegno prodotta o realizzata soprattutto a fini di diffusione e di guadagno, priva perciò di pregi intrinseci e di qualità artistiche o di valore scientifico: un libro, un dipinto, un film c.; un’enciclopedia molto commerciale. ◆ Avv. commercialménte, per quanto riguarda il commercio, dal punto di vista commerciale: un affare commercialmente sbagliato.