commercio etico
loc. s.le m. Attività commerciale che si propone di devolvere una parte delle rendite per iniziative di solidarietà o di ricerca scientifica. ◆ Parlare di caffè significa allora anche affrontare il tema del commercio etico, perché dietro a una semplice tazzina di caffè può esserci talvolta una situazione umana drammatica. È uno sfruttamento che interessa molti Paesi del mondo e «Chicco di caffè» ha proprio l’obiettivo di testimoniare il dramma di tutti i popoli che ne sono vittima. (Stampa, 25 gennaio 2003, Aosta, p. 49) • Una scelta di vita prima ancora che di lavoro? Sicuramente. Ma anche un nuovo modo di fare affari. Perché i prodotti equo solidali con il Sud del mondo piacciono. Gli italiani li chiedono. E le botteghe tradizionali si convertono al commercio etico: una buona militanza di base, una nuova insegna (in alcuni casi solo un’«equa» scritta al fianco della vecchia) e la metamorfosi è fatta. (Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera, 18 settembre 2004, p. 2, In primo piano) • Fenomeno di massa con l’illusione del commercio etico, il braccialetto ha spiazzato l’industria che scivola sul no profit e ovviamente cerca la speculazione. (Francesco Merlo, Repubblica, 7 giugno 2005, p. 1, Prima pagina).
Composto dal s. m. commercio e dall’agg. etico, ricalcando l’espressione ingl. ethical commerce.